Passa anche il Piacenza. La volontà non basta
Alessandria – Piacenza 0-2
Alessandria (3-4-1-2): Cucchietti; Gjura, Prestia, Agostinone; Tentoni (42’st Delvino), Gazzi (30’st Maltese), Gatto, Sartore; Bellazzini (37’st Checchin); Santini, De Luca (30’st Talamo). A disp.: Pop, Zogkos, Gerace, Sbampato, Fissore, Cottarelli, Rocco, Maggi. All.: D’Agostino
Piacenza (4-3-3): Fumagalli; Troiani, Bertoncini, Pergreffi, Barlocco; Nicco (43’st Spinozzi), Marotta, Della Latta; Sestu (21’st Cauz), Pesenti (29’st Romero), Di Molfetta. A disp.: Verderio, Calore, Sylla, Silva, Mulas, Fedato. All.: Lussardi (al posto di Franzini, squalificato)
Arbitro: Miele di Nola
Assistenti: Moro di Schio e Zampese di Bassano del Grappa
Reti: pt 19’ Di Molfetta; st 26’ Pesenti (rig)
Note:Serata fredda, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 1300 circa (366+900). Ammoniti: Santini per proteste, Pesenti per comportamento non regolamentare, Gjura per gioco falloso. Angoli: 6-3 Recupero: pt 0’, st 4’
Da salvare, questa sera, ci sono due ritorni: Tentoni dall’inizio, Checchin nel finale. Per tutti e due un motivo per sorridere c’é: la finel del tunnel, per il primo lungo oltre due mesi e mezzo, per il secondo quasi diciotto. Saranno alternative per il futuro. Ce n’è bisogno. Fa bene D’Agostino a cercare, comunque, elementi positivi: con tutti i limiti della rosa, almeno prova a far giocare i suoi uomini a calcio. Ma di questo ‘giocare a calcio’ dovrebbe far parte anche il gol. Già, la dura legge del gol, quello che all’Alessandria non riesce di applicare: dopo 9′ potrebbe già essere in vantaggio, Tentoni mette il pallone sui piedi di Sartore, che potrebbe angolare, è solo, e invece calcia non forte e Fumagalli blocca. Gli accorgimenti tattici sembrano funzionare, ma il primo errore diventa una falla nella diga: sbaglia Gjura, si sbaglia centralmente sul cross i Sestu e Di Molfetta, destro di controbalzo, insacca. Minuto 19, ne passano quasi trenta prima di vedere di nuovo i Grigi nell’area avversaria e con la seconda occasione per segnare: il piede che ispira è sempre quello di Tentoni, sottoporta Gatto schiaccia di testa, ma non con tutta l’energia che servirebbe e Fumagalli se la trova, con un po’ di fortuna tra le gambe. I Grigi che ripartono dopo l’intervallo sono aggressivi e sfruttano anche le fasce. Tentoni ispira un paio di manovra, su un pallone in profondità per Santini si alza la bandierina. Al 23′ l’estremo difensore del Piacenza decisivo sul colpo di testa di De Luca che toglie dal sette. Nel momento migliore l’Alessandria capitola: Cucchietti interviene su Barlocco, in realtà sembra prima sulla palla e poi sul giocatore, ma resta il fatto che quell’intervento, in quel punto, è inutile. Meglio, lo è solo per il Piacenza, che raddoppia su calcio di rigore, trasformato da Pesenti. Che offre uno spettacolo di pessimo gusto: fa gestacci di scherno verso la curva e il resto del pubblico e si becca solo un giallo. Non contento, quando esce, tre minuti dopo, continua a irridere il pubblico alessandria. Ci permetta di dirlo, signor Pesenti: il suo Piacenza ha vinto, anche con merito, lei, invece, ha perso in immagine, in rispetto, in credibilità meriterebbe una lunga squalifica, speriamo che il patron del Piacenza dia seguito alle parole in tribuna con una multta pesante. Se è una persona vera, Pesenti dovrebbe chiedere scusa: temiamo che, però, non lo farà. Quanto alla partita, dopo il raddoppio ci sono ancora 20 minuti abbondanti da giocare, ma l’assalto finale è spesso fuori misura, nonostante i cambi ad alzare la freschezza. I giocatori del Piacenza si abbracciano in campo, quelli dell’Alessandria escono applauditi ma arrabbiat. Più d’uno anche pensando che contro le big hanno conquitato solo un punto, e tra domenica a mercoledì 12 ne affronteranno altre due