“Le colpe sono solo mie. Scrivete su di me, non sui ragazzi’
“Le colpe datele tutte a me”. Gaetano D’Agostino arriva in sala stampa velocemente. E si carica tutte le responsabilità di una sconfitta pesantissima: per il punteggio, e poco consola il fatto che Cristiano Scazzola, il vincitore, giudichi il passivo troppo severo per i Grigi, e soprattutto per il modo in cui è maturata. D’Agostino ha scelto di togliere i giocatori dal plotone d’esecuzione delle domani. Ttutti, under e over, anche se alcuni sarebbero indifendibili, i più vecchi per non riuscire mai ad incidere, i più giovani in ruoli (Gjura e Fissore esterni) che non sono proprio quelli più adatti alle loro caratteristiche, ma in questo caso è la scelta del tecnico a pesare e non quella dei singoli giocatori. Però la scelta dell’allenatore è anche condividibile: proteggere la squadra, perché esporla a processi, individuali o collettivi, avrebbe il solo effetto di demoralizzare un gruppo che si sente nell’occhio del ciclone e fatica a comprenderne le ragioni. “Quando ci sono sconfitte come questa contro il Cuneo è giusto che un allenatore tuteli i suoi ragazzi – insiste D’Agostino – Mi prendo tutte le responsabilità, perché ho le spalle larghe per farlo. E, soprattutto, perché il primo responsabile sono comunque io, quando si vince, si perde o si pareggia. I ragazzi vanno protetti: ci tengo a far capire loro che quando si prendono queste batoste, bisogna rialzarsi e continuare”. Difficile, comunque, farlo come se nulla fosse accaduto: l’Alessandria neppure lontana parente di quella che solo quattro giorni prima, aveva pareggiato, con merito e qualche recriminazione a Vercelli. “Non è questione di approccio diverso rispetto a Vercelli o alla gara di Chiavari. Nei primi venti minuti – insiste D’Agostino – abbiamo creato tre occasioni, palle davanti alla loro porta. E abbiamo subito gol proprio dopo non aver sfruttato una opportunità enorme e subendo una ripartenza – insiste il tecnico – l’arma del Cuneo, che conoscevamo. Eppure ci siamo cascati un’altra volta. Molto probabilmente dovevo curarle meglio queste soluzioni. Io penso, e lo ripeto, che quando si cade, come questa volta, bisogna rialzarsi, e non ho dubbi che lo faremo”. Un sconfitta che fa riflettere: dovrebbe valere per tutti, anche in società, non solo il tecnico. “Olre alle occasioni non sfruttate, che potevano orientare la gara in altre direzione, abbiamo pagato anche le assenze, non c’è dubbio, perché avere qualche elemento in più ci avrebbe permesso di far rifiatare chi sta tirando la carretta dall’inizio quasi senza fermarsi. La gara con la Pro Vercelli, una delle migliori, ci ha tolto energie mentali: non c’era la possibilità di fare un po’ di turn over e, probabilmente, nell’arco dei 90 minuti, lo abbiamo pagato, soprattutto per sul piano della lucidità. Abbiamo sbagliato passaggi semplici: la stanchezza fa commettere errori che si pagano a caro prezzo, come è successo in questo derby. Dopo le tre palle gol nei primi 20 minuti, e il vantaggio loro, ci siamo spenti, ma ai ragazzi rimprovero nulla. Perché hanno dato tutto”. Troppi errori e troppa paura. E reparti, come il centrocampo, consegnati agli avversari. “Il Cuneo ha giocato con gli uomini sotto linea palla, come sapevamo, sfruttando l’intercetto per ripartire. Ci sono tanti aspetti di quarta partita da analizzare, io, più di prendermi la responsabilità non posso fare e dire: scrivete su di me, ai ragazzi, lo ripeto, posso rimproverare nulla. A centrocampo, è vero, abbiamo giocatori che sono un po’ ‘monopasso’ e, quindi facciamo più fatica ad alzare il ritmo, soprattutto quando c’è stanchezza. Molto probabilmente non sono stato bravo io a far recuperare energie mentali ai ragazzi”