‘Due punti persi. Solo l’Alessandria ha giocato a calcio’
Non ci pensa neppure un secondo. Gaetano D’Agostino, sicuramente perché lo pensa già in campo e dopo il triplice fischio la sensazione diventa certezza. “Un punto guadagnato perché siamo riusciti a rimontare lo svantaggio? Assolutamente no, questi sono due punti persi”. Deciso, anche nel tono della voce. E lo sguardo conferma che, per il tecnico, all’Alessandria manca qualcosa. Mancano i punti della vittoria piena al Moccagatta, che non è mai arrivata in queste prime nove giornate. “Non è vero, abbiamo battuto al Juventus Under 23 alla prima giornata”. Già, però quella volta i Grigi erano in trasferta. “Eravamo così abbracciati dalla nostra gente che ho pensato di essere in casa” ed è una delle poche battute che gli strappa un sorriso. Lo sguardo torna duro, e arrabbiato, quando l’analisi si sposta di nuovo sulla partita con il Gozzano, terzo pareggio in quattro gare casalinghe, anche fin troppo faticoso, aggettivo che non trova, però, l’allenatore dell’Alessandria d’accordo. “Insisto, sono due punti persi e vi spiego le ragioni: perché solo noi abbiamo giocato a calcio. Solo l’Alessandria ha proposto calcio. Ci siamo trovati sotto dopo 12 minuti su un gol che è nato da una nostra ingenuità. Che va eliminata, certo, e nella maturazione del gruppo deve essere, e sarà, una priorità. Gli avversari, invece, hanno provocato e solo in questo sono stati costanti. Provocazioni continue, che sono state tollerate”. Resta, però, l’ingenuità e quell’errore in avvio che ha sicuramente influito sull’andamento della gara, l’ha resa più complicata per i padroni di casa e più semplice per il Gozzano. “Tornando a quell’episodio, e anche ad altri, dobbiamo essere più maliziosi anche nel commettere un fallo quando serve e non cadere nella trappola delle provocazioni, come nel caso del rosso a De Luca. Però l’80 per cento del possesso palla è stato nostro. Abbiamo ripreso il risultato e, su questo voglio insistere, perché è un segnale molto positivo, anche quando siamo rimasti in dieci abbiamo provato a vincere”. Mancano i tre punti, meglio ne mancano due, ma da questo derby cosa salva, di positivo, l’allenatore dell’Alessandria? “L’atteggiamento, anche nel quarto d’ora finale con l’uomo in meno. La voglia di provare a fare risultato. Il fatto che, anche come prestazione, abbiamo dato continuità alla crescita delle ultime settimane. Anche nel momento di difficoltà, la squadra non si è disunita: siamo un gruppo giovane, che può anche rischiare, ma solo così si cresce”.
Sicuramente serve più malizia. E, anche, nervi saldi. Perché nell’azione incriminata del rosso a De Luca, la reazione nasce da Bini, che provoca, di mestiere, l’attaccante dei Grigi. Ingenuamente De Luca cade nella trappola. “Non dobbiamo cadere nell’errore di reagire se gli avversari provocano. Ma, nel complesso, ho avuto buone risposte, da chi ha giocato dall’inizio e da chi è subentrato Noi giochiamo sempre per vincere e se vedo i miei ragazzi non avere paura sono sicuro che il lavoro che stiamo facendo è quello giusto”. Una stoccata ancora alla direzione arbitrale, però, ci sta. “Un loro giocatore ha inseguito Gatto, che aveva palla al piede, per trenta metri per provocarlo. Una rincorsa solo con quell’obiettivo: lo hanno visto tutti, ad eccezione dell’arbitro e del suo collaboratore, che evidentemente pensava di assistere ad una scena di un film in cui si è limitato a fare lo spettatore. Però, non voglio perdere energie parlando degli arbitri. Voglio solo lavorare con i ragazzi che hanno tantissimo margine di crescita. Se guardo le singole decisioni, nelle prime nove giornate, sono sfavorevoli a noi. Vorrà dire che arriveranno, anche per questo, giorni migliori. Mi concentro sulla squadra e nel commentare gli episodi, anche contro il Gozzano, mi limito a dure ‘pazienza’. Ma lo faccio respirando profondamente, scaricando le tensioni, anche con un po’ di yoga se serve”. Perché altrimenti non sarebbe per nulla paziente.