Se non c’è niente di meglio si lavora per 5 euro all’ora
Purtroppo la lingua italiana non ha ancora trovato un termine efficace per tradurre ‘gig worker’ e per spiegare, dunque, senza ricorrere a parafrasi infinite, che cos’è la ‘gig economy’.
Tutto vi sarà più chiaro se avete presente, ad esempio, quei ragazzi che, in motorino o in bicicletta, sfrecciano per consegnare pasti a domicilio, oppure quelle persone che vengono chiamate per svolgere faccende di bassa manovalanza, e ci perdonerete la definizione.
Sono, comunque, lavoretti. Ecco sì: ‘economia dei lavoretti’ potrebbe essere un’etichetta sensata per definire un mondo che sfugge a molte regole e che si basa sulle ‘app’, tramite fra chi cerca e chi offre.
Se n’è parlato ieri durante un convegno utile per analizzare i risultati di un sondaggio voluto dalla Uil. In attesa di un’occupazione migliore, dunque, si diventa ‘gig worker’. Paga oraria? Nemmeno 5 euro e mezzo.
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