Il sindaco, il Papa e quel dito medio
Vi rassicuro subito: non c’è nessun sindaco, nessun Papa e nessun dito medio. La notizia con la quale ho catturato la vostra attenzione semplicemente non esiste. Ma pare che oggi, nel mondo dell’informazione prêt-à-porter, le cose vadano così. Titoli fuorvianti, il tempo di un istante già scaduto, contenuti scarsi o addirittura inesistenti e avanti con la prossima. Contenti, noi giornalisti, di aver preso un click in più o di aver venduto un’altra copia del giornale. E contenti i lettori, immersi nell’illusione di un’informazione che riempie lo stomaco ma non sazia la mente.
Fare informazione oggi – con regole sempre più stringenti e talvolta contraddittorie e con il web che quotidianamente ci chiede velocità, velocità e ancora velocità – non è cosa semplice, per nessuno. Ma è altrettanto difficile informarsi, sovraesposti come siamo all’entropia della rete e alla schiavitù di un tempo che non abbiamo mai. Nel mezzo, nell’equilibrio, nell’approfondimento, nella verifica, nell’attenzione, nella cura, nell’ascolto, nella ricerca, nella comprensione, nella passione e ancora nel senso di responsabilità sta la chiave per informare e informarsi.
Serve uno sforzo comune, un’alleanza tra chi la notizia la cucina e chi la assimila: solo il continuo impegno al confronto (nel merito delle questioni) potrà tenerci distanti dal pressapochismo, dalla sciatteria e dall’insostenibile leggerezza di coloro che un’opinione se la creano (quando se la creano!) solo sui titoli e sul sentito dire.
Oggi assumo la guida de Il Piccolo, un giornale che nei suoi 93 anni di storia ha contribuito significativamente alla coesione sociale di Alessandria e della provincia. Lo faccio con la ferma convinzione che velocità di informazione e qualità di informazione dovranno trovare e mantenere un solido punto di equilibrio. Tutto questo al servizio dei lettori, unico vero significato e fine del nostro impegno. Succedo a Roberto Gilardengo, direttore che ha fatto di questo lavoro la sua costante, diligente e onesta missione quotidiana.
Sarà una sfida difficile ma avvincente. E bellissima. Che accetto con orgoglio e determinazione. Perché – e di questo ne sono profondamente convinto – una società ben informata è una società più consapevole delle proprie scelte e del futuro che vuole progettare. E questo territorio – tutto – non solo si merita un futuro, ma se ne merita uno meno tormentato e più rigoglioso.
Alberto Marello