‘Alziamo i ritmi, fin da subito. Turn over? Non ci penso’
D'Agostino alla vigilia della doppia sfida in Sardegna. 'Torniamo con più punti possibili'
D'Agostino alla vigilia della doppia sfida in Sardegna. 'Torniamo con più punti possibili'
“Torniamo dalla Sardegna con più punti possibili”. Non è un annuncio, non è un proclama, non è neppure un imperativo categorico per se stesso, lo staff e la squadra. E’ una affermazione programmatica, quella di Gaetano D’Agostino: in fondo l’Alessandria, fino ad ora, ha conquistato più punti (4) in trasferta rispetto al bottino (2) al Moccagatta. Una affermazione forte per le due gare esterne ravvicinate nell’isola: tutto il gruppo è in partenza per questo doppio impegno ravvicinato, novità assoluta nella storia dei Grigi. Due trasferte, ciò che i Grigi sembrano preferire. Su campi difficili, per il pubblico, anche per il fondo. “Cercheremo di fare un sopralluogo, per verificare le condizioni. Il ‘Nespoli’ non è certo il Moccagatta – spiega il tecnico – le immagini me lo hanno confermato”. Perché conta anche questo: un campo da battaglia, in tutti i sensi, che può imporre qualche adeguamento tecnico e tattico, anche di interpreti. Conta anche la condizione dell’Olbia, reduce da tre sconfitte. “Che vuole ripartire e davanti al suo pubblico. Una squadra aggressiva, che gioca molto sul ritmo. Noi dovremo alzare i ritmi e farlo prima di loro, per metterli in difficoltà. Fin dalle prime battute, quando si delinea la partita, soprattutto in casa loro: non dobbiamo permettere che prendano entusiasmo”. Per l’Alessandria di questo avvio di campionato il ritmo non dovrebbe essere un problema, ma nella valutazione complessiva entra anche la considerazione delle due gare in quattro giorni. Anche se D’Agostino, al contrario della Coppa, non parla di turn over. “Se ci sarà, sarà molto limitato. Qualcuno potrà anche rifiatare, ma si valuta partita dopo partita: prima ci sono gli interpreti per domani sera, dopo valuteremo recupero, acciacchi, ammonizioni. Ma non voglio pensare al turn over, perché i ragazzi stanno bene, anche mentalmente: concentriamoci su mercoldì, partita molto delicata e bella, dopo pebseremo a domenica. Con l’obiettivo del bottino massimo da questi 180 minuti”. Di turn over D’Agostino non parla. Soprattutto ai giocatori, “perché tutti devono restare concentrati. E chi sta bene, a livello psicofisico, deve giocare”. Sicuramente ha lavorato, il tecnico, anche sulle partenze rallentate a inizio secondo tempo. “Una questione, a mio giudizio, mentale. Con il Siena noi abbiamo fatto la partita e abbiamo avuto le occasioni, oltre al ‘mezzo’ rigore su Sartore. Non dobbiamo permettere alle avversarie, soprattutto quelle molto tecniche come il Siena, di fare giocate vicino all’area o, anche, dentro l’area. Penso, ad esempio, al calcio di punizione concesso prima del rigore, con giocatori che hanno buone qualità sui calci piazzati. Insisto, mai alimentare l’entusiasmo di chi abbiamo contro: certo, nell’arco di una partita, ci possono essere passaggi in cui si subisce, ma non all’inizio della ripresa, perché se poi non si riesce ad uscire palla al piede, si rischia di innervosirsi e fare ancora più fatica. Magari anche quando ci sono fischi che spezzettano il gioco come domenica, e le scelte dubbie sono a favore dell’avversario. Non è una ricerca di alibi, la mia, ma dopo l’1-1 l’atteggiamento è cambiato, un po’ meno fiscale, e allora, di nuovo, siamo stati noi ad avere le occasioni. Il rigore non dato? L’ho rivisto: Sartore era davanti all’avversario, il contatto c’è stato. Anche se, lo ribadisco, mi ha dato più fastidio veder interrompere la gara per contrasti normali”. Fischi a parte, “l’atteggiamento a inizio ripresa deve cambiare. Perché abbiamo tutte le possibilità per farlo e si è visto anche nell’utimo quarto d’ora: un’Alessandria propositiva, che ha prodotto gioco, è andata nell’area del Siena. Significa che si può fare, fin dall’inizio”.
SARTORE O DELVINO?
Rispetto a domenica, domani sera torna a disposizione Delvino. Subito dall’inizio o, invece, la conferma di Sartore? “Se Francisco si convince che quel ruolo lo può fare, io ho anche più concorrenza. E alternative. Non ho ancora deciso se giocherà Sartore o Delvino, ma è certo che se scelgo il primo, è per dargli quel compito dall’inizio, perché rende di più, prende subito le misure ed è più utile alla squadra. Con il Pisa, invece, l’ho utilizzato in corsa e pochi minuti dopo siamo rimasti in dieci e, quindi, si è solo sacrificato in copertura. Anche contro il Siena si è sacrificato, ma è stato determinante. Ripeto, se entra nella mentalità di essere quel tipo di giocatore, può diventare molto importante e avere ancora più spazi da sfruttare senza la marcatura asfissiante che può avere nel 4-3-3. Con il Siena ha retto bene anche la fase difensiva e ha retto per 90′: anche questo conta per un elemento esplosivo come lui”.
TREQUARTISTA? NO
Sarà ancora 3-5-2. Senza riproporre, dunque, il trequartista. “Il trequartista moderno è uno che crea subito superiorità numerica e punta verso la porta. Deve essere il tramite del gioco. Bellazzini? Certo, si è sacrificato e lo ha fatto, ma per sue caratteristiche è uno che manda gli altri in porta. Quando lo utilizzo, preferisco farlo partire da più lontano per avere più campo e più gittata nel calcio”