‘Potevamo vincerla. Le occasioni le abbiamo avute più noi’
D'Agostino severo con l'arbitro. 'Ha spezzettato troppo il gioco con fischi incomprensibili'
D'Agostino severo con l'arbitro. 'Ha spezzettato troppo il gioco con fischi incomprensibili'
Contento a metà: il 50 per cento di soddisfazione, di Gaetano D’Agostino, è per la prestazione della sua squadra, anche per la scelta tattica del 3-5-2, con Sartore largo a destra, che ha portato più cross per gli attaccanti, compreso quello del vantaggio, e ha bloccato il Siena sulle fasce. Ma c’è un 50 per cento di arrabbiatura, per l’1-1 che allunga la tradizione, i bianconeri toscani (in versione arancio) mai vittoriosi al Moccagatta, e non è certo per la prestazione dell’Alessandria. “Sono contento dei ragazzi, tutti. E della loro prova. A inizio secondo tempo ci siamo un po’ abbassati, ma dopo l’episodio del rigore, ci siamo rialzati e abbiamo creato solo noi. Ecco perché sono soddisfatto per la prova, consapevoli che abbiamo affrontato la squadra più forte, non solo per gli uomini in campo, anche nelle alternative”. Ma c’è anche rammarico, ed è per l’atteggiamento dell’arbitro. “Non sono solito parlare della direzione di gara e, in questo caso – insiste D’Agostino – non giudico il rigore concesso al Siena, che secondo me era netto, e il nostro lo voglio rivedere bene, perché voglio essere onesto nella valutazione. Altro mi ha dato molto fastidio: l’aver spezzettato la partita ad ogni contrasto. Come fa una squadra a determinare il risultato, se ogni due minuti il gioco è interrotto: difficilissimo, se non impossibile. Ho contato almeno sei punizioni laterali su interventi inesistenti, per noi come per loro. Il calcio è fatto di contatti: se è pericoloso, se c’è trattenuta di una maglia, va bene fischiare, ma questi fischi continui non hanno senso e non aiutano nessuna delle squadre. E’ bello dare un ritmo alla gara e non toglierlo”.
Sul bicchiere mezzo pieno, però, D’Agostino insiste. “Contento per la prestazione, perché potevamo vincerla questa sfida. Ogni volta che abbiamo attaccato, ci siamo ritrovati con tanti giocatori in area, che è uno degli obiettivi del nostro lavoro. Soddisfatto perché il gol è nato proprio da una di queste manovre. Una buona partita da parte nostra, quando c’era da soffrire lo abbiamo fatto – aggiunge il tecnico – e abbiamo dimostrato anche di avere la giusta mentalità e una buona personalità, perché dopo l’1-1 ci potevamo impaurire e, invece, siamo stati più propositivi del Siena”. Con almeno un paio di occasioni, nel finale, per spostare di nuovo il punteggio dalla parte dei Grigi. Da sfruttare meglio, con un pizzico di freddezza e di cinismo in più, come la palla d’oro per Talamo. “Che ha perso il piede d’appoggio dopo che un buon controllo. Anche il suo impatto sulla gara è stato molto buono, come quello di chi è entrato in corsa. Nicola si è creato la palla gol, sulla quale è stato anche un po’ sfortunato”. Segnali di crescita in alcuni giovani, come Sbampato. “Io non mi faccio condizionare dai nomi: se Gazzi parte dalla panchina, è anche un segnale per tutta la squadra, con la premessa che Ale, per come è e per il suo contributo, meriterebbe non una ma più fasce”. Sbampato dall’inizio, però, è stata una sorpresa. “Ho voluto dare un segnale, a tutti, anche ai giovani. Devono capire che se io non guardo il nome di chi ha una grande carriera, questo vale per tutti. Per me conta molto l’atteggiamento negli allenamenti: io non mi sento un allenatore di serie A, i giovani devono rendersi conto che se non lavorano come sanno e si sentono già giocatori finiti, se noto che in qualche seduta non c’è quella concentrazione e quell’entusiasmoche giudico fondamentali, allora per la gara successiva la maglia non tocca a loro. Devono venire al campo con la voglia e la curiosità di imparare: giochiamo a calcio, siamo privilegiati. Ho schierato Sbampato perché si è fatto trovare pronto in Coppa Italia e meritava fiducia. E’ un segnale da dare, perché è una generazione che va seguita, anche tenuta sotto pressione, per evitare cali di tensione che non possiamo permetterci”. L’intuizione tattica del 3-5-2, con Sartore quinto, ha funzionato.. “In casa, con l’obbligo di offendere, serviva un giocatore bravo nell’1 contro 1 e capace di sacrificarsi e abbassarsi. Sartore lo aveva già fatto contro la Juve e si è confermato. Con la differenza che, nel 3-5-2, partendo da più lontano, con la corsa può puntare alla prota, più che da esterno d’attacco. Contro il Siena è stato lo stesso Sartore a rendere questa mossa vincente”. Ora da doppia trasferta in Sardegna: subito tutti in campo, chi ha giocato scarica e insieme si inizia l’approccio tattico all’Olbia. “Sono campi difficili, la Juventus U23 è caduta ad Arzachena: dobbiamo essere pronti e cercare di tornare con più punti possibili”.