‘Con il Siena più offensivi’: con la coppia Santini – De Luca e il 3-5-2
D'Agostino preferisce la densità a centrocampo e schiera Sartore quinto a destra
D'Agostino preferisce la densità a centrocampo e schiera Sartore quinto a destra
Il secondo esame di maturità per l’Alessandria. “Contro una squadra molto forte”. A Gaetano D’Agostino poco interessa che il Siena (che non avrà ancora Bulevardi, bloccato da un ‘problema fisico’) abbiamo solo pareggiato, nelle due gare disputate, senza segnare gol. “Insieme a Novara e Piacenza la squadra più attrezzata per lottare al vertice. L’attesa del ripescaggio in B ha determinato scelte di mercato per essere protagonisti anche tra i cadetti”. Però è una partita che l’Alessandria vuole fortemente giocare. “Sono gare, come anche quella a Pisa, che sotto il profilo delle motivazioni si preparano da sole. Certo, c’è il lavoro tattico, ma è con avversarie come il Siena che dobbiamo avere la voglia di dimostrare al nostro pubblico che ce la possiamo giocare”. Con una convinzione, forte, dell’allenatore. “Siamo noi che determiniamo gli eventi. Certo, il Siena, verrà al Moccagatta, domani, per fare la partita. Però, lo sapete, a me preme di più l’atteggiamento dei miei giocatori: non dobbiamo dare agli uomini di Mignani la minima possibilità di fare la partita, perché tecnicamente è una squadra molto valida, messa in campo da un allenatore molto preparato. Dovremo pressare, per limitarli molto e indurli all’errore. E cercare di essere spietati in zona gol”.
SARA’ 3-5-2
Cambia il modulo: D’Agostino conferma il 3-5-2 visto nella seconda parte della ripresa contro l’Albissola, che ha permesso di chiudere in crescendo la partita, con due gol e e la qualificazione in Coppa. “In questo momento la squadra deve proseguire con il 3-5-2, perché abbiamo bisogno, a centrocampo, di densità. E, in avanti, De Luca, Santini e Talamo, in allenamento, mi dimostrano che possono giocare con questo modulo. E, in mezzo, più vicini siamo, più troviamo quella ‘densità’ che ci serve molto e si accorciano le distanze tra i reparti. In questo momento non abbiamo le caratteristiche o, quantomeno, il potenziale per un 4-3-3 o un 3-4-3, perché è vero cha la superiorità numerica si crea sulla facse, ma abbiamo bisogno di gente che salti l’uomo o, potenzialmente, sia in grado di farlo e, invece, in questo momento siamo più bravi ad arrivarci con qualche step. E nella zona centrale abbiamo giocatori che si amalagano bene, per questo preferisco sfruttare le loro caratteristiche che giocare più in ampiezza. A Pisa abbiamo creato con le mezzeali e con i quinti, che arrivavano in seconda battuta. Il 3-5-2 ci permette di avere i reparti corti e pronti per ripartire e cercare le giocate con le punte”. Si annuncia una Alessandria più offensiva, con l’ipotesi, sostenuta apertamente da D’Agostino, di Sartore quinto a destra. “Un pensiero concreto: perché giochiamo in casa e perché a destra abbiamo qualche carenza, con Tentoni ancora out e Delvino squalificato. L’idea di un quinto più offensivo c’è, con la copertura di Gatto mezzala. Un po’ sbilanciati? Non credo, l’equilibrio si trova: nelle ripartenze Sartore è breavo nell’uno contro uno, e possiamo sfruttare i suoi cross per Santini e De Luca”. Per il brasiliano un sacrificio? “Io non faccio giocare gente che non si sacrifica: il calcio moderno è talmente veloce che c’è bisogno di tutte e due le fasi. In fondo, contro la Juve, nel 4-3-3, Sartore e Talamo hanno fatto anche i terzini. Stimoli diversi per il tipo di avversario? Se non si hanno stimoli con il Siena, allora c’è da capire che lo sport è un’altra cosa. Posso garantire, comunque, che i ragazzi gli stimoli li hanno e Sartore sa bene che, se vuole giocare, deve abbassarsi anche in difesa quando serve”. Il 3-5-2 può dosare le energie di Santini e alzare la sua pericolosità? “Assolutamente sì: Santini è un generoso, dividere le energie con un altro attaccante gli può permettere di vivere di più nell’area di rigore. Va bene il sacrificio, ma insieme a De Luca e Talamo, Claudio è il nostro terminale offensivo e la priorità è fare gol”.
NESSUNA EMOZIONE
Tre stagioni a Siena da giocatore, dal 2011 al 2014: emozioni per D’Agostino? “Assolutamente no. Adesso ho un ruolo diverso e sono assolutamente concentrato solo sulla partita e sulla mia squadra. C’è il piacere di rivere Mignani e Vergassola, che è stato il mio capitano quando ero a Siena, ma è troppa l’attenzione per la gara per farsi distogliere da questo tipo di emozioni”. Dopo Siena saranno due gare in Sardegna in cinque gionri, e la squadra si fermerà sull’isola. Ancora senza Tentoni. “Il recupero procede, ma prima di tornare a lavorare con la palla servirà ancora una ecografia di controllo. Un infortunio muscolare delicato: preferisco aspettare una settimana, ma avera il gioratore pronto. Per il suo bene e per quello della squadra”