Schiaffi e spintoni ai bimbi più vivaci
Bufera all’interno della scuola dell’Infanzia Pensogioco di via Nenni, ad Alessandria. Due maestre sono state sospese e denunciate per maltrattamento di minore. Hanno 46 e 42 anni, e abitano in città.
A loro sono arrivati gli agenti della squadra mobile della Questura alessandrina, diretti da Marco Poggi, e gli investigatori della sezione per i reati contro la persona in danno di minore, con l’ispettore Silvia Cavalleri, al termine di un’indagine iniziata lo scorso mese di marzo con l’utilizzo di telecamere posizionate all’interno delle aule. Attività che ha preso il via dalla segnalazione della mamma di uno dei bambini che stava subendo gli atteggiamenti sconsiderati da parte di una delle due maestre coinvolte. Un genitore con l’istinto del poliziotto perché non si è limitato a raccontare ciò che stava accadendo, ma ha filmato il proprio figlio mentre mimava come veniva trattato dalla maestra, e, insieme a messaggi che i genitori si scambiavano sulla chat, ha consegnato tutto alla Squadra Mobile. Materiale importante da cui iniziare. Accertamenti diretti dal sostituto procuratore Fabrizio Alessandria. E’ stato poi il Gip, Tiziana Begrano, a firmare l’ordinanza della misura cautelare di sospensione dell’esercizio di insegnamento per un periodo di nove mesi.
I sospetti nascono quando un bambino, giocando con il papa’ ha un atteggiamento aggressivo mimando ciò che la maestra faceva con i bimbi troppo vivaci: una bella e violenta tirata d’orecchie. A quel punto i genitori chiedono al bambino di raccontare cosa stesse accadendo in aula, di spiegare e mimare il comportamento della maestra. Raccolta tutta la documentazione di cui erano in possesso, che testimoniava in sostanza il disagio del loro bambino, si sono rivolti agli uomini della Squadra Mobile. Le indagini sono partite immediatamente.
La Polizia, dunque, inizia dal gesto delle maestre con i bambini più monelli, e approfondisce. Ed emergono comportamenti che nulla hanno a che vedere con il percorso educativo che devono intraprendere le insegnanti.
I bambini presi di mira sono otto, e frequentavano due delle tre classi previste in quella scuola che, complessivamente, conta poco meno di un’ottantina di bambini.
Immagini e audio che giornalmente arrivano alla Polizia su ciò che accade in classe con i bambini più difficili da controllare non lasciano spazio ai dubbi: abusi verbali pesanti, e, in qualche occasione, le maestre passano alle vie di fatto con sberle e spintoni, un atteggiamento che va al di là di quella che è la prerogativa di un educatore. Alcune immagini mostrate in conferenza stampa, ovviamente modificate in modo da rendere irriconoscibili sia i bambini che le maestre, ritraggono un’insegnante che strattona e spinge violentemente una bambina costringendola a sedersi su una seggiolina. La piccola reagisce, si alza e si rialza, piange, ma l’atteggiamento della maestra non cambia. Alle due insegnanti si contestano i maltrattamenti aggravati e dal fatto che i destinatari sono minori. L’atteggiamento aggressivo delle due donne era rivolto solo verso alcuni bambini, erano presi di mira quelli più irruenti, tanto da isolarli dal resto della classe. In una situazione, uno dei piccoli è stato costretto ad attendere quaranta minuti prima di poter andare in bagno. Un altro alunno è stato allontanato dagli altri perché, secondo l’insegnante, aveva l’alito che puzzava. Esternazioni fatte davanti a tutto il resto della classe. Situazione reiterate che hanno portato al provvedimento eseguito ieri.
Le maestre, interrogate dal Gip, minimizzano, parlando di bambini troppo vivaci e di una direzione scolastica che non ha dato il giusto supporto alle insegnanti vista la presenza di quei bambini incontenibili. Una situazione che era iniziata a circolare a scuola, tanto che in una riunione altre insegnanti avevano chiesto conto alle due:
dipende dall’istituto comprensivo Paolo Straneo. Si è trattato di un’indagine difficile, ha spiegato il dirigente Marco Poggi, anche per l’impatto emotivo che situazioni di questo genere creano anche su chi indaga.