‘La scelta è mia, la società mi ha sempre considerato parte del progetto’
Gonzalez: 'Sempre dare il 100 per cento. Anche solo il 90 non basta'
Gonzalez: 'Sempre dare il 100 per cento. Anche solo il 90 non basta'
Mercoledì pomeriggio, seduto accanto alla panchina, lo sguardo al campo, ma forse senza neppure vedere. E,nella testa di Pablo Gonzalez, una decisione alla quale stava pensando da tempo. “Perché la scelta della risoluzione è mia. Ci tengo a dirlo, perché anche quest’anno la società mi ha sempre considerato parte del progetto. Non mi sono mai sentito obbligato a cambiare squadra, al contrario. Ma quando uno sente di aver deluso, per due anni, le persone che tanto hanno fatto per lui, non ha più la serenità e il piacere di allenarsi ogni giorno. Un peso che non sono riuscito a togliermi: non avrei reso al 100 per cento, magari al 90 per cento, ma spesso quel 10 per cento è determinante. E io non mi sentivo di condizionare una società, una squadra e una piazza. Per questo ha chiesto di risolvere il contratto”. Sincero, con la voce che ancora segnala la fatica di una decisione presa da solo. “Insieme alla mia famiglia, certo, e ringrazio la società per averla capita. Tutti, per primo il presidente, la persona che, per avermi, ha fatto sacrifici enormi, che sento di non avere ripagato come volevo. Uno dei motivi della chiusura del rapporto è proprio questo. “Sono un uomo che sa bene quando è il momento di chiedere scusa a chi mi ha dato fiducia e mi ha permesso di vivere due anni per me molto intensi, con la ‘perla’ della Coppa Italia, il momento più bello. Ma volevamo tutti altro – insiste Pablo – Noi tutti, io per primo, il presidente, la gente. E anche quest’anno non lo abbiamo raggiunto: dalla sera del ritorno con la FeralpiSalò, una partita che abbiamo affrontato con un eccesso di sicurezza, io sento la responsabilità di questo secondo epilogo negativo, amplificata da quella del primo. Già dopo la finale con il Parma mi ero sentito protagonista negativo, ancora di più quest’anno. La mia infelicità è proprio non essere riuscito a portare l’Alessandria dove vuole, può e deve stare”. Così, dopo un confronto con poche persone vicine, la seperazione consensuale. “Il presidente lo sa e glielo ribadirò quando ci parleremo. Non vado via perchè non mi sento considerato, anzi al contrario. Ho chiesto di interrompere tutto perché ho dentro un senso di vuoto per quello che non siamo riusciti a conquistare e perché non sono sereno e non potrei rendere come vorrei e non me lo perdoneremi mai. Dare quasi nulla, o molto bene di quanto merita, ad un società che mi ha dato così tanto non è accerrabile per me”. Nessuna squadra, per ora all’orizzonte. “Nessuna, la risoluzione non è figlia di manovre di mercato future. Novara? Con Ludi ci siamo parlati a inizio mercato, ma non ci sono le condizioni se non ci saranno uscite. Tutte le altre società che, leggendo le notizie di campagna acquisti, mi vorrebbero, per ora non si sono fatte vive concretamente. C’è ancora un mercato aperto, fino al 31 e, per me, da svincolato ulteriori tempi e spazi. Valuterò, in questo momento mi prendo qualche giorno con la mia famiglia, ma la proprietà sa bene che non ho voluto la risoluzione perché dovevo andare altrove”. Con Gonzalez se ne va l’ultimo supestite della finale playoff. “Può essere un bene per l’Alessandria: aprire un nuovo capitolo, con interpreti diversi. In questo mese e mezzo ho lavorato con giovani molto motivati, che mettono tutto il loro entusiasmo e la voglia di crescere. Con un mister a cui piace aiutarli a crescere. Non posso adesso come sarà la prossima stagione dei Grigi, se bella o più difficile, perché io che conosco tutti i protagonisti dico alla gente che l’entusiasmo di questo gruppo merita fiducia e sostegno”