‘Io alleno chi è dell’Alessandria. I giocatori devono saper fare tutto”
Il ritiro in città? "Serve a poco stare 10/15 giorni in quota, meglio avere le stesse condizioni sempre"
Il ritiro in città? "Serve a poco stare 10/15 giorni in quota, meglio avere le stesse condizioni sempre"
Avere una rosa che è destinata a cambiare molto non è un problema per Gaetano D’Agostino. “Io alleno i giocatori che sono dell’Alessandria. E non è certo un ostacolo il fatto che, magari, fra un paio di settimane qualche interprete sarà diverso. Il calcio di oggi impone che i calciatori veri sappiano fare tutto, non sono per una limitazione dei compiti. Ogni ruolo richiede capacità che tutti devono avere”. Primo giorno di lavoro alla Michelin per il tecnico, il suo staff e una rosa di 25 elementi (fra i giovani è stato aggiunto anche un altro prodotto del vivaio, Xavier Usel, già schierato quattro volte nella passata stagione), alcuni però con le valigie pronte, oltre a Vannucchi, che ha tempo fino alla fine del weekend per accordarsi con l’Ascoli, altrimenti da lunedì sarà di nuovo alla Michelin. Non è poco produttivo, ad esempio, iniziare a parlare di schemi con Marconi in attacco, che ha determinate caratteristiche, e poi rirovarsi a mettere in pratica il modulo con un altro interprete?. “Insisto, per me anche l’attaccamte deve sapere fare tutto: ci sono allenatori che utilizzano i giocatori perché sono bravi nelle spizzate o nell’attaccare la profondità, ma è un utilizzo, a mio avviso, limitato. All’attaccante, come al difensore e al centrocampista si deve poter chiedere tutto, perché l’idea di calcio è condivisa da ognuno e resa possibile da tutti”. Non nasconde la soddisfazione di essere di nuovo in campo, “sono sincero, non vedevo l’ora di riassaporare l’erba”. Non parla di moduli, anche se le idee sono chiare, verso un 3-4-2-1, “non contano gli schemi. Noi siamo concentrati sul gioco e sui concetti che per me sono basilari. Quali? Uno su tutti: la mia squadra deve sempre giocare a calcio, deve essere propositiva, deve avere una mentalità vincente sempre, fin da questi primi giorni di raduno, deve avere una propria identità”. Con i giocatori che potrebbero partire D’Agostino ha parlato individualmente. “Per il momento solo con loro: massima disponibilità e voglia, sono professionisti seri, che vorrebbero fermarsi all’Alessandria”. Il raduno in città? “Una scelta condivisa con la società. Un tempo i raduni erano anche di tre settimane, un mese. Adesso 10/15 giorni e non ha senso un periodo così breve in montagna, per tornare poi in città e abituarsi, di nuovo, a condizioni diverse. Senza contare che qui c’è tutto: un centro da società di serie A, per campi e palestra. Siamo a casa nostra, io ho tutto quanto mi serve anche per le riunioni, per proiettare video, per ogni esigenza di questa prima parte del lavoro in cui è fondamentale insistere sull’idea di calcio che voglio. Per cementare il gruppo. Abbiamo anche orari adatti al luogo, alle 9.30 al mattino e alle 17.30 al pomeriggio. E abbiamo un primo appuntamento ufficiale, la Tim Cup il 29. Potrebbe slittare? Possibile, ma per adesso quella è la data e noi vogliamo arrivare già pronti. Non al 100 per cento, ma già per una partita che conta”. Alla presentazione dei primi innesti si è sottolineato che, per tutta la squadra, la proporzione sarà di due Under per ogni Over. “Mi sta benissimo. Senza contare che, per la Lega di C i 96 e i 97 sono Under, ma per me chi ha 21 o 22 anni è già un giocatore fatto”. Il gruppo inizierà già il lavoro per reparti. E D’Agostino non ha dubbi, “l’uno in attacco, davanti ai due, lo abbiamo già, state tranquilli”. Potrebbe essere De Luca, ma anche Cianci, corteggiatissimo pure in B