“La velocità è la mia arma, attacco la profondità, in tutti i moduli”
Sartore: "Alessandria nel destino, al Mocca il debutto tra i professionisti
Sartore: "Alessandria nel destino, al Mocca il debutto tra i professionisti
“C’era l’Alessandria nel mio destino”. Perché, racconta Francisco Perez Sartore Dos Santos – “è vero, il cognome è molto lungo, ma è la somma di quelli di papà e mamma” – il debutto nel calcio professionistico “è stato proprio contro i Grigi e al Moccagatta. Sono partite che restano dentro per tutta la vita, momenti unici e indimenticabili. Di gare se ne giocano tante, ma la prima volta tra i professionisti è un momento fondamentale per chi sceglie di fare il calciatore. Stagione 2014 – 2015, io ero in Italia da tre anni, settore giovanile del Genoa. A Mantova la prima esperienza con i grandi: uno stadio pieno un bel tifo, anche da avversario è stato un bell’impatto”. A distanza di quattro stagioni Sartore entreà al Mocca con la maglia giusta, quella grigia, primo innesto in attacco, una trattativa che, confessa l’italobrasiliano, “è iniziata poco dopo la firma di D’Agostino. Che mi conosce, perché sono stato avversario due volte della Virtus Francavilla nella stagione passata. Evidentemente l’ho colpito, con le mie caratteristiche. Ci siamo già parlati: io sono rientrato da pochi giorni dal Brasile, un colloquio telefonico”. In cui D’Agostino ha spiegato a Sartore cosa vuola da lui? “Non ancora, sono state poche chiacchiere più in generale, sulla sua idea di gioco, che condividerà con tutto il gruppo. Io gli ho ribadito la mia soddisfazione per essere stato scelto dall’Alessandria, una società che, in questi anni in Italia, mi ha colpito, per la serietà, la solidità, i progetti. In un calcio dove spesso si fa fatica a rispettare gli impegni, l’Alessandria è un esempio. Senza contare la storia”. In grigio Sartore vuole “continuare a crescere: ho due anni per dimostrare che merito la fiducia che mi è stata data”. Esterno d’attacco, a destra, nelle ultime due stagioni al Matera, con Auteri, soprattutto 3-4-3, mentre D’Agostino predilige il 3-5-2. “Ho giocato molto moduli, anche con il 3-4-1-2 e pure con il 3-5-2. Sono esterno, è vero, ma con Auteri, specie l’anno scorso, sono stato utilizzato anche come prima punta”. Due stagioni con un ‘duro’. “E’ vero, questa è la ‘fama’ di Auteri, anche meritata. A me ha insegnato moltissimo: dai giocatori pretende che si dia il massimo e anche di più, lavorare con lui mi ha fatto maturare, nella tecnica e nella personalità”. Da un brasiliano la gente si aspetta sempre qualche giocata da funambolo, il ‘calcio bailado’. Sartore, in questo è un brasiliano a 360 gradi? “Anche per caratteristiche fisiche sono uno che sfrutta la velocità per attaccare la profondità e tagliare dentro. Questo mi riesce bene, perché sono brevilineo molto rapido”. Fra una settimana il raduno. “Io sto già lavorando: preparazione fisica, alimentazione, anche tecnica: voglio arrivare già ben rodato” Chi vincerà il Mondiale? “Dico Brasile. Vorrei Brasile, anche se non sta giocando benissimo”