“Non siamo stati capaci di realizzare il sogno che contava di più”
'Al primo errore, macroscopico, siamo diventati nervosi e indecisi"
'Al primo errore, macroscopico, siamo diventati nervosi e indecisi"
“E’ giusto che il capitano della nave si prenda tutte le responsabilità”. Michele Marcolini lo fa, anche se non sono certo tutte sue. Anzi. La gestione dell’ultima gara della stagione non convince: probabilmente Gazzi non era ancora pronto, ma poteva essere una soluzione per evitare che il confronto che la Feralpi non ripartisse dagli ultimi dieci minuti dell’andata. Invece, l’Alessandria è rimasta quella del finale al ‘Turina’ e non è più tornata quella della rimonta e dei 26 risultati. E la Feralpi ha continuato a viaggiare a 100 e i Grigi a 40, a voler essere generosi con il numero sul contachilometri. E non è solo, o non solo, questione di condizione fisica: la testa è la benzina, gli uomini di Toscano ne avevano tanta, l’Alessandria no, quasi nulla. Altrimenti non si esce dal campo dopo un quarto d’ora per un gol, il primo di tre, regalato agli avversari. Come uno dei due all’andata e, forse, anche tutti e due. “Abbiamo iniziato bene, ma al primo errore abbiamo preso gol. Errore macroscopico”. E con una reazione completamente diversa da quella della finale di Coppa Italia. “Forse il fardello è stato troppo grosso. Anche se siamo riusciti ad accorciare e a riportare la qualificazione dalla nostra parte. Sicuramente la Feralpi è stata più brillante di noi. Ho visto i miei ragazzi finire con i crampi, stanchi: hanno dato tutto, sotto questo aspetto ho nulla da rimproverare”. Proprio nulla, però, è un ‘premio’ che l’atteggiamento in campo di qualcuno non giustifica, perché regali come quelli commessi, soprattutto, dai centrali di difesa, in tutti e tre i gol, sono inconcepibili e inaccettabili. Da nessuno, ancora di più da gente esperta, con carriere in A, gol alla Juve e presenze in Champions. Questa è la C, ad Alessandria vissuta in condizione ‘agiata’: almeno per rispetto di questo, e della gente, certe prestazioni non sono ammesse. E, sicuramente, lo sa anche Marcolini, che fa la scelta di non parlare dei singoli, ammette solo che “l’assenza di un giocatore come Giosa si è fatta sentire, certo”, ma nella notte insonne che ha trascorso, come molti tifosi, ha sicuramente rivisto le immagini e, avvertito, più forte, la pugnalata del ‘tradimento’. “Purtroppo non sono riuscito a trasmettere ai ragazzi la comprensione del fatto che un apisodio negativo non doveva condizionare il nostro gioco. La Feralpi ha vinto meritatamente, resta il rammarico che la partita di andata doveva finire con più gol di scarto. Ma questa, adesso, è polvere, che il vento porta via. Ci resta una eliminazione, che brucia da morire”. ‘Tradito’ anche Marcolini, da quella che, fino a fine della stagione regolare, era stata una certezza, la solidità difensiva. “Se è venuta a mancare qualche problematica c’è stata. Non parlo di singoli: sarebbe sbagliato e, anche discutibile. Il prpblema vero è stato perdere la testa dopo il primo episodio negativo. L’aggressività positiva dei primi dieci minuti è diventata nervosismo, indecisione, mancanza di decisione in determinate scelte”. C’è già un bilancio nelle parole del tecnico. “Questi ragazzi mi hanno dato tutto e non è una prestazione negativa che cancella quello che di buono hanno fatto. Oggi chi ama l’Alessandria vede tutto nero: avevamo tutti un sogno, noi per primi, e non siamo stati abbastanza bravi a raggiungere. Spiace, enormemente, per il presidente, per la società, per la nostra gente”. Una eliminazione che devasta, una volta di più. “Un grande neo in una stagione che ci ha dato grandi soddisfazioni, ma non quella che a cui tutti puntavamo di più”