Torrielli, l’ultimo Carabiniere reale
Addio a un militare, amante del territorio. E' stato anche vicesindaco
Addio a un militare, amante del territorio. E' stato anche vicesindaco
Si sono svolti lunedì a Madonna della Villa, frazione di Carpeneto, i funerali di Stefano Torrielli, 95 anni, l’ ultimo Carabiniere Reale. Cinque anni fa la presidenza nazionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, gli aveva assegnato l’attestato di Fedeltà al Carabiniere reale “per la convinta condivisione degli ideali di Carabiniere, dimostrata nei molti anni di iscrizione”. E’ stato vice presidente dell’Anc di Ovada dal 1992 e di Carpeneto dal 2005. “Torrielli è sempre rimasto fedele ai principi di lealtà ed indipendenza”, hanno ribadito in quell’occasione il presidente Marinello Iapichello e il vicepresidente Augusto Moncalvo. “Era una figura di riferimento non solo per l’Anc, anche per la comunità, ci mancherà”, aggiunge ora il sindaco di Carpeneto Massimiliano Olivieri. Si arruolò nell’Arma a 18 anni nel 1941. Nel 1944 era in servizio a Trieste, salvò una donna in bicicletta che stava per essere colpita dai cavi elettrici, precipitati a causa del mitragliamento della linea elettrica da parte dei Tedeschi. A Limone Piemonte, durante la ritirata dei Francesi, una bomba rimase dispersa nel fiume, Torrielli la fece esplodere con una pietra prima che si avvicinassero i bambini e una scheggia lo ferì all’occhio. Si congedò nel 1946, nel 1969 la nomina di Cavaliere. “E pensare che ero Carabiniere reale a piedi, cioè senza cavallo – raccontava con spirito Torrielli durante la consegna della targa, per spiegare che i più agiati si arruolavano, presentando il cavallo in dotazione – oggi è tutto diverso, non solo le divise, anche la gente che purtroppo ha meno fiducia nelle istituzioni, ma se avessi vent’anni mi arruolerei di nuovo per i valori dell’Arma, che sono immutati”. Con spirito di servizio Torrielli continuò a dedicarsi al territorio: è stato vicesindaco di Carpeneto per 35 anni, residente dell’acquedotto rurale, presidente fondatore della Cooperativa allevatori ovadesi. “Ricordo la nascita del macello, oggi dimenticato – aveva detto durante la cerimonia – con la prima bolletta di consegna inauguravamo l’entrata in vigore dell’Iva”. E’ stato pioniere nella ristorazione, una passione nata dal senso di ospitalità per valorizzare i prodotti del territorio, che Torrielli vedovo da qualche anno, ha sempre condiviso con la moglie ed ha saputo trasmettere a figli e nipoti, a loro volta iniziatori di altre attività. Profumi e sapori dell’orto e del giardino hanno continuato ad impegnare e divertire Torrielli fino alla recente comparsa della malattia.