Ribuoli, dal negozio di dischi alle fiction: “In città girerei la storia di Borsalino”
Il regista alessandrino torna in TV con la seconda stagione de La mafia uccide solo d'estate. Ricorda la sua vita in riva al Tanaro, iniziata come geometra e terminata nel negozio di dischi in centro: "Borsalino o Rattazzi, personaggi da film"
Il regista alessandrino torna in TV con la seconda stagione de La mafia uccide solo d'estate. Ricorda la sua vita in riva al Tanaro, iniziata come geometra e terminata nel negozio di dischi in centro: "Borsalino o Rattazzi, personaggi da film"
Per un paio d’anni ha messo in pratica gli studi da geometra al ‘Nervi’ lavorando nei cantieri, ma per sbarcare il lunario montava e smontava un banco al mercato: “quando ancora era in piazza della Libertà, poi Garibaldi: vendevamo magliette”.
Poi il negozio di dischi in via Alessandro III, chiuso con l’avvento degli MP3 e della musica downloadata: “Ho resistito all’alluvione del ’94, non all’ondata tecnologica che ha fatto crollare dappertutto le vendite”.
Dopo qualche “corso inutile” di regia, Luca Ribuoli decide di inseguire la sua vera passione, il cinema, andando direttamente ad imparare ‘a bottega’: “A Roma non conoscevo nessuno, non avevo padrini né sponsor, ho fatto molta gavetta ed imparato sul campo, guardando lavorare”. Ha però iniziato ad occuparsi di cinema partecipando attivamente alla vita sociale del Gruppo Cinema Alessandria presieduto da Giuliana Callegari. Già nel 1995 aveva partecipato al corso di sceneggiatura e scrittura multimediale a Venezia. Arrivano i primi copioni, i primi lavori come aiuto regista e poi regista per fiction polizieschi (Distretto di polizia, La Squadra), rischiando di rimanere invischiato nel filone guardie e ladri: “Solo con il Commissario Manara ho aggiunto anche la commedia, e da lì in poi non l’ho più lasciata”.
Con “La mafia uccide solo d’estate” è stato un colpo di fulmine: “Quando ho saputo che avrebbero girato la fiction mi ero detto: mi piacerebbe proprio dirigerla”. La chiamata ci fu davvero: “Il complimento più bello è quello di aver dato originalità alla serie senza stravolgerne lo stile”.
Ad Alessandria ha ancora il fratello e in riva al Tanaro ci viene ogni tanto, a trovarlo o invitato a parlare di cinema nei vari circoli: “Non ho più contatti con il mondo alessandrino, il lavoro mi porta a girare molto, ma mai da queste parti. Chissà, magari per un film sulla storia di Borsalino e della sua fabbrica…”