‘Partite come questa si vincono. Pagato una disattenzione nostra’
Il bicchiere, dei Grigi e di Michele Marcolini, è mezzo vuoto. “Quando non si vincono partite come questa non può essere mezzo pieno”. Per il risultato, per come è nato, da disattemzioni da evitare. Già nell’azione del palo di Della Latta, al 90′, il tecnico si arrabbia per il rinvio messo proprio sui piedi del centrocampista. Immaginabile cosa passa nella sua testa meno di cinque minuti dopo, quando il gigante Romero si fa beffa di tutti e segna l’1-1 mentre già scorrono i titoli di coda. Fino a questi due episodi “un secondo tempo giocato da grande squadra. Abbiamo fatto possesso, creato occasioni. La fortuna non ci ha dato una grossa mano, ma è anche vero che la fortuna te la vai a cercare. Questo punteggio, e come è maturato, ci punisce oltre misura in una partita che meritavamo di vincere. Lamentarsi, però, serve a nulla: conta il campo, che dice che il Piacenza è stato bravo a crederci fino alla fine. Peccato, insisto, perché soprattutto nella ripresa abbiamo cocesso due sole opportunità, nate da distrazioni nostre”. Evidentemente, Marcolini lo ribadisce, “contro il Piacenza non può mai essere una partita normale, almeno quest’anno. La mia prima gara, proprio all’esordio, ci ha insegnato molto e ci ha aiutato molto per il cammino che poi abbiamo fatto. Mi auguro che anche questa ci aiuti per permetterci di fare un ulteriore salto di qualità a livello di squadra, imparando dagli errori. A caldo fa male, ma io non posso dimenticare quanto la mia squadra ha fatto di buono, soprattutto nel secondo tempo. Ci è mancata la stoccata finale, anche gare come questa ci devono insegnare ad essere più determinati”. Difficile da accettare proprio la rete del pareggio, per come è maturata. “Gli errori danno fastidio, condizionano il risultato, ma qualche sbaglio ai singoli va concesso. Arriviamo da prestazioni impeccabili anche dal punto di vista difensivo, prendiamo pochi gol, il gioco è di livello. Quello che è successo oggi ci deve insegnare che non dobbiamo tralasciare nulla, neppure una virgola, neppure un filo d’erba. Romero, per la sua stazza, è andato a prendere palla molto alta e questo ci ha un po’ spiazzati: può succedere. Non piangiamoci addosso: io so di avere un gruppo di ragazzi che capisce bene dove si è sbagliato, pronti a lavorare ancora di più per eliminare anche questi piccoli errori che, oggi, non ci hanno permesso di fare un ulteriore salto in classifica”
BRAVO GATTO
Eppure la partita si mette bene dopo 8′, con il vantaggio di Gatto, premio a molte prestazioni di grande sostanza. “Uno dei motivi per essere contenti. L’anno scorso aveva segnato tre reti: non è certo un goleador – insiste Marcolini – ma è un giocatore che ci arriva, si fa trovare pronto. Bravo anche Nicco con l’assist: una buona prestazione, gol meritato”. Anche Bellazzini avrebbe meritato di segnare: il rigore procurato, la punizione che trova l’incrocio a portiere battuto e sfuma il raddoppio, la responta con i pugni di Fumagalli pochi minuti prima. “Vero, anche lui avrebbe meritato: quando calcia lui sono sempre pericoli per gli avversari, su tre angoli battuti altrettante opportunità da gol. L’uscita? Ha avvertito un fastidio e si è subito fermato: non dovrebbe essere nulla di grave, solo un indolenzimento. Non ha avuto fortuna proprio sulla punizione del possibile 2-0, e non è stato solo: speriamo che quanto non abbiamo avuto oggi, ci arrivi in qualche momento importante”. Si capisce, dalla voce, dalle espressioni che l’epilogo continua essere indigesto e Marcolini non l’ha certo metabolizzato. “Non abbiamo gestito la partita benissimo nei primi 20′, probabilmente abbiamo pagato il dispendio di Coppa Italia ed è stata la prima volta in cui, in parte del primo tempo, abbiamo fatto un po’ di fatica, come distanze e come intensità, pur creado occasioni. Non era la squadra compatta e unita di sempre. Ma dopo 25′ siamo saliti, tutti: l’arrabbiatura è per questo, èerché con partite così, il risultato deve essere diverso se, lo ripeto, si vuole fare il salto di qualità”