Con l’Arzachena Blanchard recupera, Celjak ancora out
'Avversario diverso dalla Lucchese, il trequartista è un valore aggiunto'
'Avversario diverso dalla Lucchese, il trequartista è un valore aggiunto'
Ha concesso un giorno di pausa alla squadra, Marcolini, perché anche i piccoli spazi che un calendario così fitto concede vanno presi e capitalizzati – “si passa da una partita all’altra, rialzando subito la tensione e questo è stancante, soprattutto da un punto di vista mentale” – e adesso l’Alessandria è pronta per iniziare l’aprile dei molti verdetti, quello in cui davvero sarà un fiume di gare, la prima domani con l’Arzachena. “Conterà saper gestire al megliole energie e, quindi, necessariamente, i recuperi, che saranno pochi, ma dovranno esere di buona qualità. Quando ci sono così tante gare vicine, è indisponsabile approfittare delle piccole pause per fare il pieno di forze, per la testa e le gambe. Perché appena conclusa una partita – insiste Marcolini – si è già proiettati a quella successiva e non ci siano possibilità di rifiatare. Per questo insisto sul fatto che serve grande abilità nella gestione anche degli allenamenti e ricavare il massimo dai pochi spazi per tirare il fiato”.
CELJAK NO, BLANCHARD SI’
Per il recupero di domani con l’Arzachena, ancora out Celjak, ma torna a disposizione Blanchard. “Vedran ha accusato un fastidio dopo essere entrato in campo a Olbia, sembrava un problema di poco conto anche perché in partita si è mosso bene, buonissima prestazione. Ma ha accusato questo fastidio: il ragazzo non era tranquillo, per questo vogliamo che recuperi bene e sia sereno. Vediamo se potremo riaverlo per Viterbo in campionato o per la prima delle due finali”. Un’Arzachena simile, nell’atteggiamento, alla Lucchese? “L’Arzachena ha caratteristiche diverse: spesso ha giocato con il trequartista, Curcio (ex Casale), che ha garantito quel salto di qualità per stare sopra la zona calda e, quindi, tatticamente, mi aspetto una gara diversa da quella di giovedì, anche se è normale, per squadre che vengono al Moccagatta, avere una attenzione particolare alla copertura degli spazi”. Contromosse particolari per evitare che gli avversari blocchino le fonti di gioco dell’Alessandria e impediscano di fare ciò che sa fare bene? “Qualcosa di nuovo certo, anche se non è solo questione di schema. Ci sono partite in cui si fa fatica a trovare spazi, un po’ per merito degli avversari, un po’ per demerito nostro nella velocità del giro palla o nella giornata più o meno brillante di qualche interprete. Va detto, però, che contro squadre che si chiudono così è dura per tutti, e penso, ad esempio, al Monza a Livorno o al Pontedera con il Siena. Perché non sempre – insiste Marcolini – si riesce a fare la partita che si vorrebbe, anche dal punto di vista dinamico, e le occasioni sono magari limitate. Se penso all’ultima gara, la Lucchese ha fatto la prestazione che voleva, e anche bene, e per superare questi ostacoli ci vuole l’episodio, lo spunto, perché sei o sette uomini sotto la linea della palla chiudono varchi. Sicuramente dobbiamo fare qualcosa in più. Va detto che in incontri con avversarie così chiuse ci può essere la percezione di poter rischiare qualcosa e, invece, non l’abbiamo mai avuta”. Neppure con la Lucchese “Poche occasioni, è vero, e non ci dobbiamo mai accontentare, perché l’Alessandria vuole imporsi sempre e segnare anche più di un gol, a anche in queste partite in cui abbiamo avuto qualche fatica nel trovare spunti offensivi interessanti, non abbiamo mai dato spazio a quasi nessuna ripartenza, e mi riferisco sia al secondo tempo con il Pontedera e alla partita con la Lucchese”. Quanto pesano le diffide nella scelta degli uomini? Nicco, ad esempio, è diffidato. “Lo è da un po’ e io lo sto facendo giocare lo stesso. C’è da valutare bene la gestione di queste gare ravvicinate, ma farò quello che ho fatto fino ad ora, facendoli girare tutti, considerando condizioni, esigenze della gara, tipo di avversario. Una diffida, però, non è un fattore determinante di scelta”