I vertici del ciclismo mondiale in visita a AcdB Museo
Da Milano a Sanremo tappa in Alessandria. Per un viaggio dentro la storia della bicicletta. Che ha emozionato David Lappartient, presidente dell’UCI, l’Unione Ciclistica Internazionale, la Federciclismo mondiale. E ha emozionato e lasciato a bocca aperta per tanta bellezza dei cimeli anche Renato Di Rocco, presidente della Federazione ciclistica italiana e nel direttivo di quella internazionale. E di Enrico Della Casa, segretario generale dell’Unione europea. E di Andrea Monti, direttore di Gazzetta dello Sport, del suo vice Pier Bergonzi, di Luca Gialanella, firma della ‘rosa’. Una visita speciale, nel giorno della 109a Milano – Sanremo, poche ore dopo l’ingresso, trionfale, delle ‘Campionissime biciclette nel foyer del Casinò di Sanremo, dove resteranno esposte fino al 27 marzo, i mezzi delle imprese di Coppi, Bartali, Girardengo, la maglia di Eddy Mercks per la sesta vittoria alla Classicissima di Primavera. C’è stupore, ammirazione, anche orgoglio negli sguardi e nella parole di Andrea Monti di Oier Bergonzi: scattano foto, studiano i modelli, unici, esposti, “questa è la sala più bella”, sottolinea Monti quando varca la porta del terzo spazio, quello dedicato al ruolo di questa provincia nelle due ruote, anche nel giornalismo. Monti si siede alla scrivania che fu di Eliso Rivera, uno dei fondatori della Gazzetta, sopra di lui le copie della Gazzetta, la versione giallo paglierino e quella verde, quando appena era avvenuta la fusione tra La Tripletta e Il Ciclista, e una Olivetti storica, “io l’ho usata, le nuove generazioni magari non l’hanno neppure mai vista. E, invece, sarebbe importante che vedessero tutto questo”. La macchina per scrivere e questo insieme prezioso per le ricerche, per gli occhi e per il cuore che ad ogni angolo racchiude un capitolo della storia del ciclismo. Che Pier Bergonzi conosce benissimo: nella sala riservata alla’Pista’ riconosce uno specialista come Tomaselli, fra i quattro pronti per una gara nello storico circuito, dove oggi è un quartiere della città.Davanti a quella immagine si fermano anche Lappartient e Di Rocco, Francia e Italia vicine, come anche sotto il pannello che racconta del ruolo di Alessandria nella storia dell’Uvi (Unione Velocipedistica Italiana l’attuale Federciclo) e anche dell’Uci, perché qui è stata la prima sede. Lappartient ama la storia, sarebbe molto favorevole ad una rete di tutti i musei, nel mondo, che raccontano il ciclismo. L’importanza, condivisa con Di Rocco, di parlare ai giovani di uno sport unico e dei suoi grandi campioni. Che hanno un effetto fondamentale, con i risultati possono essere i trascinatori. Diplomatico, Lappartient, quando deve rispondere alla domanda sul suo ‘campione dei campioni’. “In tre allo stesso posto: Eddy Merckx, Bernard Hinault, che vinceva quando ero ragazzino. E Fausto Coppi, per le sue imprese. E, sicuramente, persona unica”. Che vive ogni giorno nelle stanze di AcdB. Com i rivali e i gregari. La gente che rende speciale il ciclismo