Omaggio a Paolo Masi
Mostra ad Acqui su Paolo Masi. Cartoni (1975/2014) è il titolo dell’esposizione che si tiene alla GlobArt Gallery in via Aureliano Galeazzo 38. L’inaugurazione si tiene domani alle 18, la mostra r9imarrà aperta fino al 3 aprile e si potrà visitare ogni sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.30. Già dagli anni Cinquanta Paolo Masi (Firenze, 1933) è protagonista, nella sua Città natale, nell’ambito di quell’attivismo artistico proprio del decennio postbellico. Al ritorno dalle esperienze di Zurigo, Parigi e Milano, nei primi anni di attività cede alle influenze di un Informale imperante realizzando opere in sintonia con l’aspetto più gestuale, ma che svelano già una particolare attenzione per la superficie nelle varie declinazioni cromatiche.
Con gli anni Sessanta gli sviluppi della sua attività affrontano tematiche costantemente legate ad una continua sperimentazione sul modo di operare la superficie della materia. In questi anni partecipa al gruppo di ricerca estetica Centro F/Uno, è fondatore dello spazio no profit di Zona e del collettivo Base. In seguito si avvicina alle esperienze analitico-riduttive, mentre la fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto Rilevamenti esterni – conferme interne, elaborazione che Paolo Masi sviluppa all’esterno con il lavoro a New York delle Polaroid di tombini, muri e pavimenti e all’interno dello studio con le Tessiture (tela grezza cucita) e i Cartoni.
Sono opere, queste dei cartoni da imballaggio, che sicuramente costituiscono uno dei più rappresentativi passaggi del percorso artistico di Masi, tanto che sono anche state riprese, se pur con sempre diverse tipologie, anche negli anni a seguire.
La mostra, allestita con una nutrita serie di Cartoni (1975/2014), rappresenta in modo esaustivo l’analisi fatta da Masi sulle possibili interpretazioni di una superficie apparentemente anonima, come quella appunto del cartone da imballo, e sulle declinazioni di interventi molto diversi tra di loro, ma sempre con risultati sorprendentemente complessi nonostante la semplicità delle azioni. L’intervento su questa superficie, in un certo senso morbida e disponibile, consente a Masi di operare nei modi più svariati sia per ottenere effetti cromatici e geometrici sia per creare differenti sensazioni tattili. È cosi che sopra la faccia (super-facies) del cartone, oltre al recupero dei particolari esistenti, vengono eseguite bucature, lacerature, graffiature, vengono stese coloriture ed applicate carte veline e adesivi trasparenti, con il risultato di ottenere una gruppo di opere che, pur mantenendo una propria unicità, consentono, grazie alla loro serialità ed alla regolarità dimensionale, anche una aggregazione in un continuo divenire compositivo.
Nelle opere più recenti Masi, recuperato l’uso del colore, del gesto pittorico, della manualità, sviluppa la ricerca indagando il rapporto tra forma-contenuto, mentre con la serie dei plexiglas trasparenti indaga una nuova definizione dello spazio attraverso sollecitazioni cinetico-cromatiche.