‘La Coppa vale moltissimo per noi. Renate rivelazione’
Non c’è pericolo che l’Alessandria consideri meno la Coppa Italia rispetto al campionato: sono due binari che corrono, paralleli, verso lo stesso traguardo, i playoff, e da affrontare nella migliore posizione possibile. Senza contare il valore e il piacere di conquistare un trofeo. “E’ un rischio che non corriamo – sottolinea Michele Marcolini alla vigilia – e consideriamo molto anche un avversario che, magari, può non avere un nome eclatante, ma è una delle rivelazioni della categoria, ha qualità, può magari attraversare un momento meno brillante, sotto il profilo dei risultati, ma sono anni che questa società è in categoria, con buon risultati, lavora bene e lancia giovani molto interessanti”. Parole chiare, che dicono come l’attenzione e la concentrazione siano altissime per la gara di domani sera (19.30) e sul peso che per i Grigi ha. “Provare a vincere un trofeo è stimolante e importante”. Il secondo atto di un trittico che, se superata, diventerà una delle tappe di un ciclo di fuoco, con una gara ogni tre giorni. Con un turn over che, almeno a centrocampo, sarà forzatamente ridotto: perché Cazzola sta ancora lavorando a parte, “anche se sta recuperando benissimo e lavora con intensità molto alta – spiega Marcolini – e potrebbe anche essere possibile, per lui come per Marcolini, rivederli in gruppo dopo la Coppa, nella seconda metà della settimana”. Non c’è neppure Bellazzini, forfait alla vigilia della trasferta ad Arezzo per “un sovraccarico funzionale al bicipite femorale della coscia sinistra”, tempi di rientro 4 – 6 giorni, sicuramente out domani e pure con il Monza. Di fatto il solo Ranieri disponibile. “Ci saranno giocatori a cui chiedere un impegno ravvicinato in più gare, ma questo non mi preoccupa affatto. Anzi. Devo scegliere, e scelgo, con serenità e convinzione, perché so di avere giocatori pronti sempre, anche chi magari ha meno opportunità, ma mi garantisce sempre un contributo di assoluta qualità. Scelte fatte – insiste Marcolini – anche sulla base delle caratteristiche degli avversari”. Non ancora il turno di Blanchard e Lovric, almeno non dall’inizio. “Sono valide le valutazioni fatte alla vigilia della trasferta ad Arezzo: tutti e due non giocano una partita da più di sei mesi e, quindi, hanno bisogno di trovare tempi e condizioni, per darci il contributo che sono in grado di garantire. Lo stesso vale anche per Kadi”. D’altra parte Marcolini ha dimostrato, da quando è arrivato, la capacità di intervenire a gara in corso, come è stato ad Arezzo per l’innesto di Fischnaller e di Sestu. “Sestu è più ala che punta esterna. A destra rende di più? Con il piede ‘giusto’ può essere ancora più pericoloso, anche se un giocatore di categoria superiore come lui sta bene a destra come a sinistra. E Gonzalez, d’altra parte, quando da destra taglia verso sinistra è micidiale”. Ci sono priorità per l’Alessandria: tra una gara e l’altra, tra campionato e coppa, anche nella scelta degli interpreti? “Assolutamente no, non fa parte della nostra mentalità. Noi affrontiamo ogni partita allo stesso modo, perché tutte sono importanti per i nostri obiettivi”. Un atteggiamento mentale che amplifica anche quello tattico. “Domenica, ad Arezzo, Abbruscato, che è il secondo, ci ha fatto i complimenti: siamo stati la squadra che li ha messi più in difficoltà, con cui hanno sofferto di più, la squadra che li ha fatti giocare davvero poco. In cosa possiamo migliorare? Si può sempre crescere, ad Arezzo – aggiunge Marcolini – abbiamo avuto almeno cinque occasioni limpide per chiudere la gara in anticipo. Porviamo ad essere anche più cinici”