“Bulgari? Poco attenta alle esigenze dei dipendenti”
La Cgil critica sulla "gestione" del personale della manifattura
La Cgil critica sulla "gestione" del personale della manifattura
“Sugli attuali 590 dipendenti c’è un solo part time e 4 richieste di proroga di part time già esistenti soino state respinte”. Lo scrive Anna Poggio della Fiom Cgil di Alessandria in un comunicato dedicato a Bulgari, la grande manifattura di Valenza che, secondo la sindacalista, “deve ingrandirsi (previste assunzioni fino a 740 dipendenti), deve organizzarsi e non può rispondere all’esigenza di conciliare lavoro e famiglia per 4 dipendenti (donne naturalmente!). Lavoratrici, peraltro, che si sono messe a disposizione a cambiare mansione, ufficio, reparto”. Un’azienda moderna e all’avanguardia, ma poco propensa ad andare incontro ai dipendenti (mamme, anzitutto, ma anche chi deve accudire anziani…). “Nel Nord Europa -continua la Poggio -il part time è diffusissimo tra maschi e femmine, visto che i ruoli in famiglia sono equamente “condivisi”, in Italia invece il part time riguarda soprattutto le donne, ma se è utile all’azienda (commercio/servizi), allora diventa l’unica forma di assunzione, nell’industria invece è
un problema (…). La vera ragione di questo diniego è che l’azienda vuole già definire chi decide e deciderà nel nuovo
stabilimento l’organizzazione del lavoro e tutto il resto: potremmo citare, per esempio, un part time dato solo ad una parte di lavoratori, negandolo ad altri; la non volontà, dimostrata fino ad oggi a discutere di come armonizzare i tempi di ingresso: vestizione, procedure di sicurezza, ecc. E quindi non serve alcuna mediazione, già proposta dal Sindacato, per rispondere a quelle
esigenze. E’ un rifiuto “a priori”, anzi l’azienda dice che è un rinvio a quando lo stabilimento sarà a regime,
ma i problemi familiari non sono rinviabili ed in qualche modo vanno risolti, magari dimettendosi”. La Cgil ha annunciato iniziative.