La scrittrice Camilla Salvago Raggi è ”l’Ovadese dell’anno”
La nota scrittrice molarese, autrice di numerosi volumi pubblicati con le più importanti case editrici nazionali, sarà premiata nel corso di una serata di gala organizzata dal settimanale "L'Ancora", in programma martedì 19 dicembre presso il teatro Splendor.
La nota scrittrice molarese, autrice di numerosi volumi pubblicati con le più importanti case editrici nazionali, sarà premiata nel corso di una serata di gala organizzata dal settimanale "L'Ancora", in programma martedì 19 dicembre presso il teatro Splendor.
OVADA – E’ Camilla Salvago Raggi “l’Ovadese” dell’anno. La nota scrittrice molarese, autrice di numerosi volumi pubblicati con le più importanti case editrici nazionali, sarà premiata nel corso di una serata di gala organizzata dal settimanale “L’Ancora”, che ha indetto – come ormai da tradizione – il concorso. “È vero che vivo a Molare – ricorda la premiata – ma Ovada è sempre stata un punto di riferimento. Ricordo com’era e com’è cambiata. Mi spiace solo vederla meno effervescente”.
Martedì 19 dicembre, presso il teatro Splendor di via Buffa, la Salvago Raggi riceverà il riconoscimento dagli organizzatori. Genovese di nascita, la scrittrice ha un forte legame con le colline del nostro Monferrato, dove ha vissuto prima con la madre e poi con lo scrittore e giornalista Marcello Venturi, divenuto suo marito. Tutta l’ispirazione di una vita trascorsa tra le parole è contenuta nel suo lavoro più recente, “Volevo morire a vent’anni”, fortunato volume carico di aneddoti e autoironia pubblicato qualche mese fa con Lindau. E’ reduce da un incontro da protagonista con l’American International Women’s Club a Genova. Tutto in inglese, lingua che per lei non ha segreti – per il lavoro di traduttrice – e che, di recente, le ha regalato una grande emozione: una copia della sua traduzione di «Lettere a un giovane poeta» di Virginia Woolf, autrice che ama più di tutte, è finita a Monk’s House, casa-museo della Woolf, per essere custodita tra opere analoghe nella libreria accanto al letto della scrittrice. “Grazie a lei – precisa – ho imparato a essere libera dai paletti del romanzo”. Ne hanno beneficiato soprattutto i lettori che nei suoi libri hanno sempre trovato un approdo sicuro e intelligente.