‘Adattare i giocatori il meno possibile al modulo e farli rendere al meglio’
Marcolini: "Niente rivoluzioni, almeno nelle prime gare. Mi piace il 3-5-2, ma non è un obbligo"
Marcolini: "Niente rivoluzioni, almeno nelle prime gare. Mi piace il 3-5-2, ma non è un obbligo"
Un esperto o un giovane? Quando si è trattato di scegliere il successore di Cristian Stellini, la proprietà, e il nuovo ds Massimo Cerri, la domanda se la sono fatta, hanno valutato le due alternative (e fra gli esperti Cerri ammette che l’ipotesi Pillon, di fatto, non è stata presa in considerazione “anche se ha fatto bene l’anno scorso”) e, ammette il ds, “abbiamo deciso di proseguire sulla linea intrapresa. E la prima scelta è stata Michele Marcolini, giovane e con idee. Ci toglieremo dalla situazione in cui ci siamo cacciati. E tutti dobbiamo fare qualcosa di più rispetto a quello che facevamo prima. Tutti”. Con una nuova guida tecnica, che questa mattina ha diretto il primo allenamento. “L’Alessandria? Una delle squadra a cui ambivo in serie C. E’ vero, sta vivendo un momento difficile, ma io sono convinto che i valori sono molto diversi dalla posizione in classifica. Cercherò di conoscere, nei minimi dettagli, la rosa che ho a disposizione. Sta a me, adesso, capirli e metterli nelle condizioni di rendere al meglio possibile”. L’Alessandria, anche in questa versione pericolante, Marcolini in realtà la conosce molto bene. “L’ho seguita e l’ho studiata”. Con due giorni e mezzo non ci saranno rivoluzioni tattiche. “Impossibile pensare di stravolgere qualcosa o di cambiare tutto. Ci vorrà un po’ di tempo per capire le caratteristiche di ognuno. Le mie idee me lo sono fatte, ma aspetto i riscontri dei primi allenamenti e delle prime partite”. I fondamenti sono il lavoro e il gruppo. “E la condivisione e il coinvolgimento. Dove sono stato, sono sempre riuscito a creare ottimi gruppi, che è la componente fondamentale. Adesso la situazione è particolare, c’è sicuramente meno tranquillità rispetto a quella di inizio anno. Ma quando c’è spirito di gruppo e voglia di lavorare, c’è il primo mattone fondamentale per fare il passo in avanti”. Il primo allenamento ha consegnato a Marcolini una squadra “vogliosa, disponibile e con l’atteggiamento di chi vuole voltare pagina: era quello che cercavo, che mi aspettavo e che volevo. In questo momento dobbiamo svestirci dell’abito di quelli che devono andare a dominare ovunque e acquisire, invece, la mentalità di costruire, passo dopo passo, il nostro futuro, che non può basarsi sull’obbligo di vittoria, sempre e ovunque, anche se l’obiettivo deve essere sempre quello. Questa squadra ha qualità tali da potersi imporre in tutte le gare, ma adesso badare al sodo e ripartire un passo dopo l’altro”. A Piacenza, dove sarà ancora fuori Gazzi, anche se in fase di recupero, e non recuperabile per venerdì Ranieri, anche se gli accertamenti hanno escluso complicazioni, sicuramente si vedrà già la mano del nuovo tecnico, anche se non rivoluzioni nel metodo e anche oggi, nel primo allenamento, si è visto molto 4-4-2. Anche se il modulo preferito, e praticato per tutta la stagione lo scorso anno al Santarcangelo, anche con qualche variante nel 4-3-1- 2 e nel 4-3-3. “Dipende da cosa la partita dice e da cosa abbiamo bisogno noi. Non sono inchiodato al 3-5-2: sicuramente è un modulo che mi piace, perché coprendo alcune uscite sull’avversario è quelo che permette di coprire meglio il campo. Sono anche un allenatore che cerca di adattare il meno possibile un giocatore al modulo e, invece, metterlo nella sua zona consona. Ci può essere il caso in cui, per il bene della squadra, qualcuno deve fare un ruolo diverso, la mia idea è mettere i giocatori dove possono rendere al meglio”. Con il 3-5-2 chi può essere il quinto a destra? E quali le due mezzeali? “Dipende come si vuole affrontare l’avversario. Quando un giocatore ha qualità fisiche e tecniche per stare sulla fascia, può giocare anche dieci metri più avanti o più indietro. Quel che conta sono qualità e disponibilità. Se io chiedo a un giocatore come Sestu di fare sempre il terzino ho qualcosa che non funziona. Devo metterlo nelle condizioni di sfruttare al massimo le grandi doti che ha, da metacampo in su. Le mezzeali? Quelle dell’Alessandria sono forti. Anche Bellomo, può fare interno destro o sinistro. Io dovrò essere bravo, di partita in partita, a scegliere le caratteristiche che mi permetteranno di dare più fastidio agli avversari”. L’intervista completa sul Piccolo in edicola venerdì