Che ne sarà della Borsalino?
A chiedere chiarezza, subito dopo l'udienza in Tribunale ad Alessandria che dovrà decidere se accettare o meno la presentazione da parte dell'azienda del concordato in continuità, sono le organizzazioni sindacali. "Al sindacato e ai lavoratori non è chiaro il motivo per cui dopo due anni ancora non cè un percorso positivo e definito"....e cresce la preoccupazione per il futuro dell'azienda e dei suoi dipendenti
A chiedere chiarezza, subito dopo l'udienza in Tribunale ad Alessandria che dovrà decidere se accettare o meno la presentazione da parte dell'azienda del concordato in continuità, sono le organizzazioni sindacali. "Al sindacato e ai lavoratori non è chiaro il motivo per cui dopo due anni ancora non c?è un percorso positivo e definito"....e cresce la preoccupazione per il futuro dell'azienda e dei suoi dipendenti
A chiedere un incontro all’azienda subito dopo la decisione che scaturirà dal Tribunale sono le organizzazioni sindacali Filctem CGIL-Femca CISL-Uiltec UIL che sottolineano in una nota come “Ii rispetto delle regole che le parti sociali rivendicano non può in alcun caso risultare nocivo alla prospettiva dei lavoratori”. Anzi.
“Sono ormai due anni che quest’azienda è attraversata da vicende di carattere giudiziale che fanno da sfondo alla quotidianità della vita lavorativa delle maestranze che a fatica riescono a contenere la preoccupazione sul loro futuro”. Un’attività che non si è mai fermata e che continua a dimostrazione che questa, a differenza di altre, è un’azienda che avrebbe tutte le condizioni di efficienza, marginalità di profitto e di richiesta di mercato per garantirne la continuità.
Sono i sindacati, uniti, a ribadire l’importanza di un’azienda come la Borsalino: “un pezzo importante del made in Italy del paese e in particolare della storia della città di Alessandria. Questa azienda rappresenta un patrimonio importante che va difeso e tutelato, al centro del quale ci devono essere i 130 dipendenti che con la loro professionalità hanno dimostrato di esserne parte integrante”. Parole di conforto ai dipendenti che erano arrivate anche dallo stessa proprietà, cioè da Camperio quando voci parlavano di trasferimenti della sede alessandrina all’estero.
Al sindacato e ai lavoratori non è chiaro il motivo per cui “dopo due anni ancora non c’è un percorso positivo e definito in un contesto dove apparentemente le volontà di tutti i soggetti, istituzionali e non, portano tutte fuori dal guado”. Un obiettivo di continuità per l’azienda e per i suoi lavoratori che per ora dipende tutto dalla decisione del 7 novembre, “cui si guarda con preoccupazione” concludono le tre sigle sindacali.