Questa squadra spaventa: saprà cambiare obiettivi e lottare per salvarsi?
La Nord respinge i giocatori, la tribuna è dura con Sensibile
La Nord respinge i giocatori, la tribuna è dura con Sensibile
Altro che partita in cui “tirare fuori tutto”. Altro che partita in cui cambiare la stagione, in cui dimostrare di essere ‘una squadra’. L’Alessandria resuscita una avversaria che, solo sette giorni prima, in 11 contro 10, aveva faticato a pareggiare con l’ultima in classifica, e tre giorni dopo era stata eliminata dalla Coppa Italia perdendo in casa con il Pontedera. Una squadra con una guida tecnica provvisoria e accompagnata anche dalla contestazione. Una squadra che, però, ha la lucidità tattica che l’Alessandria non ha, sa essere anche irriverente, anche troppo a giudizio del ds dei Grigi Pasquale Sensibile, ma quando serve, va bene dimenticarsi la sportività e il galateo calcistico. Se serve per rinascere, e spostare tutto il peso della crisi sulla rivale di turno, allora tutto è lecito. Basta essere in grado di farlo: il Pisa sì, l’Alessandria assolutamente no. Perché l’Alessandria è una squadra che cambia pelle a seconda dei tentativi tattici, ma ancora non ha trovato quella vera, e siamo alla decima giornata, e i punti sono sempre 8 e le reti segnate solo 4. Quel che più spaventa è l’atteggiamento: alla prima difficoltà, il vantaggio dei pisani, in cui c’è una complicità evidente della difesa, la squadra si scioglie. Ed è imbarazzante, oltre che preoccupante, come nasce il raddoppio. Ma anche come, dopo la conclusione di Branca, minuto 20′ del primo tempo, si debba aspettare il 39′ della ripresa per la seconda conclusione nello specchio della porta, di Sestu, per nulla insidiosa. In mezzo niente, dopo ancora niente. Anzi, sì: le occasioni per aumentare il punteggio del Pisa, che non ha infierito, ha giocato da squadra, ha capito le debolezza altrui e le ha sfruttate per tirarsi fuori dalla ‘crisi’. Un’Alessandria senza né capo, né coda. “La squadra l’ho costruita io, con la condivisione di Stellini e l’avallo del presidente”. Sensibile si prende le colpe e se ci sarà il tempo dei processi se ne terrà conto. Adesso fa paura, tantissima, un’Alessandria pesnata per tutt’altri obiettivi che, adesso, deve cambiarli e pensare a salvarsi. Paura perché ci si chiede come un gruppo che, al gol del Pisa, sparisce, possa essere in grado di cambiare pelle e testa e giocare a fare la guerra anche solo per un punto utile per la sopravvivenza. C’è il timore, per qualcuno la certezza, di non saper cambiare e questa è la tragedia vera. Molto più, insistiamo, di un Pisa che infierisce