‘Sono il primo dei miei giocatori. Il senso di resposabilità è di tutti’
Stellini: 'I campionati non si vincono con i nomi, i numeri, gli stipendi. Si vincono con tutto ciò che è in noi'
Stellini: 'I campionati non si vincono con i nomi, i numeri, gli stipendi. Si vincono con tutto ciò che è in noi'
L’eco delle parole di Luca Di Masi è ancora forte, fortissima. Spalmata lungo tutta la settimana, fino alla partita più attesa, quella che il presidente stesso ha definito ‘spartiacque’. Parole che sono state l’accompagnamento dei giorni di lavori, nella testa di Cristian Stellini, “e di tutta la squadra. Che ha avuto una reazione molto positiva. I giocatori, tutti, hanno lavorato con grandissima responsabilità e impegno”. Che, va detto, sono indispensabili sempre, indipendentemente da un richiamo. Di Certo, l’intervento di Di Masi consolida la posizione di Stellini e questo il tecnico lo sa. “C’è grande orgoglio, e ci sono, per me, grandi motivazioni nel recepire ciò che il presidente ha detto. E questo orgoglio e questa volontà di lavorare in modo sempre più proficuo lo allargo allo staff, perché quelle parole erano dirette, più che al sottoscritto, a tutti i componenti, compresi i magazzinieri e agli addetti al campo, che anche oggi ci hanno fatto trovare rimesso a nuovo e perfetto, e medici e fisioterapisti, tutti coloro che si prodigano per farci stare nel modo migliore possibile”. Alla vigilia di una partita che, nei sogni e nei pensieri estivi, poteva essere uno scontro da primato e che, invece, domani metterà di fronte due squadre che fanno fatica. “Ma Alessandria e Pisa, anche con una classifica diversa, restano pur sempre due squadre importanti per la categoria. E la mia deve affrontare questo confronto pensando di essere in grado di creare molti pericoli all’avversario. Indipendentemente dal Pisa, noi lavoriamo per essere noi stessi e per ciò che crediamo possibile diventare”. Spinti anche dal discorso chiaro di Di Masi, che sposta molto peso sulle spalle dei giocatori. “Non è una accusa nei loro confronti, è un richiamo, forte, di responsabilità. Noi facciamo uno sport fantastico e viviamo una vita che ci deve rendere felici ogni mattina. Io non mi distacco dai miei giocatori, anzi sono molto vicino a loro e sono il primo di loro: il senso di responsabilità che deve crescere lo devo recepire per primo io per poi trasferirlo ai ragazzi. Cercheremo di trasformare le parole del presidente in energie super positiva per la gara di domani”. Una gara da affrontare, in attacco, con gli uomini contati, per l’assenza di Fischnaller. Questo potrebbe determinare un ruolo diverso per Bellomo in fase offensiva? “Possibile: Nicola sta facendo cose buone nel suo ruolo naturale e così sarà riproposto ma, all’occorrenza, con un attaccante in meno, e la partita lo richiedesse, potrebbe anche giocare da punta”. Rispetto alla partita con l’Arzachena ci potrebbero essere molte conferme. Soprattutto, non stravolgimenti. “Adesso abbiamo un quadro ben preciso della situazione – aggiunge Stellini – e su questo lavoriamo per diventare una squadra importante”. C’è, però, una frase del presidente che ha un peso notevole, là dove sostiene che non bisogna guardare il numero. “Lo sostengo dal primo giorno: i campionati non li vincono i nomi, non li vincono i numeri, gli stipendi, i campi belli o le scarpe nuove. Li vince tutto ciò che c’è nel nostro corpo. Io scelgo i giocatori parlando loro e guardandoli dalla testa in su e pi scelgo, all’interno della mia squadra, guardandoli dalla testa in giù. Li scelgo sulla base di quello che vedo in allenamento, senza guardarli in faccia”. Dall’altra parte, in panchina, ‘è, almeno domani sera, Michele Pazienza, con cui Stellini ha lavorato un anno alla Juve. “Una persona molto preparata: è stato un grande giocatore, conosce molto bene il calcio. Anche per questo sappiamo che, in un cambio di panchina, non ci sono né vantaggi né svantaggi. Saranno 90 minuti di battaglia, in cui l’Alessandria potrà primeggiare. Uniti? Siamo tutti nel gruppo squadra, io per primo: quando richiamo i miei giocatori, in realtà è una introspezione, per trasferire loro ciò he ho dentro”. Fondamentale essere al Moccagatta, anche se ancora con poco più di metà spalti? “Assolutamente sì. E’ stato emozionante con il Prato, ci auguriamo di trascinare la gente. Noi dobbiamo impegnarci perché la partita sia una gioia per i nostri tifosi”