I problemi della 3M e i lavoratori sfiduciati
Predosa, l'azienda è in crisi. Incontro col prefetto
Predosa, l'azienda è in crisi. Incontro col prefetto
“I lavoratori sono sempre più sfiduciati – fa il punto Elio Bricola, Uil – c’è bisogno che venga fuori lo stato della trattativa, finora non è uscita alcuna informazione utile, senza la quale il 30 novembre rischia di essere una data ghigliottina”. Per questa ragione con un’azione congiunta insieme a Roberto Marengo Cisl, Marco Sali Cgil le tre organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro al Prefetto. Per sollecitare la multinazionale 3M Usa a fornire risposte sulla trattativa di cessione, come alternativa alla chiusura della fabbrica di Predosa ed unica soluzione per dare continuità alla produzione di segnafili elettrici, che vale 43 posti di lavoro.
Lunedì 23 ottobre alle 11,30 i tre delegati incontreranno i rappresentanti della 3M Italia davanti al Prefetto, Romilda Tafuri, che ha subito accolto la richiesta ed ha convocato anche il sindaco Giancarlo Rapetti, il quale ha interpellato i parlamentari alessandrini, che saranno presenti. Durante l’incontro, davanti a palazzo Ghilini sfileranno i lavoratori, che, dopo aver protestato per due settimane un’ora per turno a giorni alterni senza ottenere risposte, oggi, venerdì, si asterranno dal lavoro otto ore e replicheranno lunedì per partecipare al presidio. Hanno manifestato anche ieri e mercoledì davanti alla 3M. Sono passati dalla protesta silenziosa alle riunioni davanti alla fabbrica per esortare la società a rompere il silenzio. “La possibilità di traghettare il sito ad altri soggetti può fare la differenza nella discussione in atto e sul futuro dei lavoratori – ribadiscono i delegati Marco Sali, Roberto Marengo, Elio Bricola – il tempo previsto dalla procedura che l’azienda ha aperto sta scorrendo”. Infatti il 4 settembre, come da regolamento, è scattata la procedura di licenziamento collettivo. Fra ipotesi di cessione e possibili ricollocazioni c’è da fare. “Per ciò che attiene la trattativa riguardante il piano sociale, riteniamo le proposte aziendali ancora insufficienti a fronte della decisione di chiudere uno stabilimento in attivo”. Un fatto anomalo che i lavoratori, in buona parte madri di famiglia, non possono accettare. Federico Fornaro a giugno ha presentato un’interrogazione in Senato, il consigliere Walter Ottria ha informato la Regione, ma le risposte sperate non arrivano e novembre si avvicina.