3M, ancora sciopero. E giovedì il vertice
L'azienda di Predosa è in crisi. A rischio 43 lavoratori
L'azienda di Predosa è in crisi. A rischio 43 lavoratori
Scioperano per ottenere risposte dopo tre mesi di silenzio. Un’ora di sciopero a giorni alterni da mercoledì scorso a domani 4 ottobre, aspettando il nuovo incontro sindacale in programma il 5 ottobre in Confindustria: è l’unico mezzo che hanno i lavoratori per sensibilizzare la multinazionale 3M a superare la rigorosa riservatezza sulle trattative di cessione. In ogni caso l’azienda a novembre cesserà la produzione di segnafili elettrici nella sede di Predosa. Su richiesta dei 43 lavoratori, dei delegati sindacali Marco Sali (Cgil), Roberto Marengo (Femca Cisl), Elio Bricola (Uiltec), che hanno subito informato il Prefetto, la casa madre a giugno, dopo l’annuncio della chiusura, si è resa disponibile a tentare di vendere l’attività prima di fermare le linee, allo scopo di garantire la continuità dei posti di lavoro. Ma in tre mesi non è trapelato alcunché sulle trattative, regolate dal patto di riservatezza con le società interessate, a quanto pare anche italiane. Lunedì in Confindustria l’incontro è stato di nuovo aggiornato, al 5 ottobre alle 17. Martedì le Rsu e i delegati sindacali hanno infornato i lavoratori, che si sono riuniti davanti allo stabilimento con bandiere e striscioni per dare più voce alle preoccupazioni. Cgil Cisl Uil hanno proclamato lo sciopero, che da mercoledì fino a oggi viene osservato dai lavoratori di ogni turno per un’ora, a giorni alterni fino assemblea di giovedì. “Il fine è portare l’azienda a dare risposte, necessarie per capire quale sarà lo sbocco della situazione. Il silenzio non fa che aumentare i timori e non è costruttivo”, spiega Elio Bricola. Non c’è tempo da perdere a prescindere dal risultato delle trattative. “Ci sono appena 50 giorni per ricollocare i lavoratori e attivare gli ammortizzatori sociali”, fa il punto Roberto Marengo. Il sindaco Giancarlo Rapetti ha raggiunto i lavoratori davanti alla fabbrica, tenterà di riunire in assemblea i parlamentari locali. Il caso dell’azienda, che lavora in attivo e rischia di chiudere per scelte arbitrarie di mercato, è già oggetto di due interrogazioni: di Federico Fornaro al Senato e di Walter Ottria alla Regione. Anche i consiglieri comunali di minoranza hanno chiesto di essere informati sugli sviluppi della trattativa. Aspettando una risposta da parte degli enti, il 1° settembre, come da regolamento, è iniziata la procedura di licenziamento collettivo.