Dossier Ramstein tra le carte del fascicolo su Ustica
C’è un avvocato di Caltanissetta, Daniele Osnato, legale di molti famigliari della tragedia aerea di Ustica, che sta indagando privatamente anche sull’incidente di Ramstein, in cui morì, tra gli altri, il pilota alessandrino Giorgio Alessio. Osnato vuole fare chiarezza per un motivo: il tenente colonnello Ivo Nutarelli e il pari grado Mario Naldini, che persero la vita in Germania, avrebbero dovuto testimoniare sull’incidente al DC9. Se l’obiettivo – ipotesi inquietante – era quello di zittirli, allora la morte di Alessio potrebbe essere un effetto collaterale. Il legale non ha dubbi: «Il solista non sbagliò manovra».
La sera del 27 giugno 1980 un aereo di linea Douglas DC-9-15 dell’Itavia, decollato da Bologna e diretto all’aeroporto di Palermo si squarcia in volo precipitando in mare, tra Ustica e Ponza. Morirono tutti i passeggeri, 81 persone. Una pagina nera dell’aviazione italiana, anche per i contorni ancora oscuri che delineano tutta una serie di comportamenti su cui la Procura di Roma (dopo le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio Francesco Cossiga nel 2007, al termine del processo penale), ha aperto un’altra inchiesta. Ancora in corso. Sul tavolo dei magistrati Maria Monteleone ed Erminio Amelio, oltre ai faldoni riferiti a uno dei casi più controversi della storia italiana, c’è anche il ‘Dossier Ramstein’. Parliamo dell’incidente del 28 agosto 1988 durante un’ esibizione acrobatica delle Frecce Tricolori nella base Nato tedesca, in cui perse la vita anche il pilota alessandrino Giorgio Alessio. Due tragedie dei cieli che sembra corrano parallele, legate dal sottile, ma tenace, filo del coraggio di chi cerca verità e riscatto. Ad indagare privatamente sul caso Ramstein è l’avvocato Daniele Osnato, di Caltanissetta, legale di molti famigliari delle vittime di Ustica. Perché? Perché il tenente colonnello Ivo Nutarelli e il pari grado Mario Naldini, che morirono in Germania, erano in qualche modo legati all’affaire Ustica. Quel 27 giugno 1980, decollati dalla base di Grosseto, erano in volo affiancato al DC9 su un TF-104, e di lì a pochi giorni avrebbero dovuto testimoniare su ciò che videro quella notte.
Lanciarono l’allarme generale
Fu proprio dal loro velivolo che furono squoccati (selezionati e inviati come impulso, ndr) due segnali di allarme generale alla Difesa aerea. Segnalarono, in sostanza, quello che ritenevano essere un pericolo concreto per la sicurezza nazionale. I due piloti morirono a Ramstein. Congetture? L’ipotesi che quell’incidente sia stato provocato per mettere a tacere definitivamente il tenente colonnello Nutarelli, che qualcuno indicava come l’ufficiale più intenzionato a spiegare ciò che accadde quella notte, sembra non essere così aleatoria, vista la corposa documentazione presentata. Se l’obiettivo fu di zittire Nutarelli, allora vittime ‘collaterali’ furono il capitano Giorgio Alessio e tutte le altre vittime. Entrare nel merito dell’inchiesta al momento non è possibile perché ancora avvolta dal segreto istruttorio. Resta il fatto che il Dossier Ramstein raccoglie una serie di studi e accertamenti privati che portano, secondo l’avvocato Osnato, in una sola direzione: quell’incidente non fu provocato da un errore di Nutarelli. «L’indagine sul disastro di Ramstein fu troppo frettolosa – spiega il legale -. Abbiamo lavorato sui video pubblicati su vari siti con metodiche di raffinamento di immagini. Il tenente colonnello Nutarelli non aveva perso i sensi come si è scritto. Era attivo. Ha fatto quattro manovre di svincolo da quella direzione senza riuscirci. Ha tentato, e in maniera evidente, di rallentare. Fino all’ultimo. Addirittura tirando giù il carrello». In sintesi, Nutarelli era vigile e presente. Fino alla fine. «I resti dei velivoli sono stati mandati al macero. Sui piloti non fu fatta l’autopsia. L’aver visionato i filmati con occhi esperti, ci ha portato a riconsiderare le cause del disastro. Non fu il pilota a perdere i sensi ma qualcosa che non funzionò sull’aereo. L’estrema sufficienza dell’Aeronautica di allora mi lascia perplesso: in quello schianto oltre a moltissime persone, morirono anche tre dei migliori piloti italiani. Tutto questo non è dignitoso nei loro confronti. Per noi c’è un’unica certezza: quell’aereo non rispondeva ai comandi. Il dossier Ramstein offre un supporto conoscitivo su due incidenti che potrebbero avere un collegamento». Resta il fatto che nei cieli tedeschi morirono due testimoni di Ustica. Questo dossier potrebbe riscrivere la dinamica di quell’incidente? Bisognerà attendere la conclusione dell’inchiesta. Sul giornale in edicola oggi l’intervista a Ileana Spriano, presidente Fai di Alessandria, che ricorda il capitano Giorgio Alessio, e al fratello del tenente colonnello Ivo Nutarelli.