Il vescovo: “Gli organizzatori hanno disatteso decisioni prese insieme”
Gallese: "Le moto dei centauri saranno benedette sotto il porticato"
Gallese: "Le moto dei centauri saranno benedette sotto il porticato"
Le moto non entreranno più in santuario. Anche nelle due cartelle di comunicato, dall’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi, in cui monsignor Guido Gallese carica sugli organizzatori del raduno internazionale tutte le responsabilità della ‘svolta’, l’unica certezza è questo ‘no’ che il rettore don Vincenzo, ha pronunciato ai due moto club, sicuramente avallato dal prelato. “La radice del motoraduno è la devozione a Nariua. Se non si parte da questa, non si capisce più nulla”. Premessa virgolettata. Poi, nella nota, si parla di una “situazione di tensione tra gli organizzatori e il rettore”, che Gallese ha trovato cinque anni fa. Tensioni che avrebbe cercato di mediare “per riportare la festa al contenuto di devozione da cui è nata. Con decisioni prese per rispondere ad una esigenza spirituale presente nei centauri”. Ed è proprio su questo punto che il vescovo muove appunti molto duri. “Con gli organizzatori prendevamo insieme alcune decisioni che poi venivano da loro completamente disattese. Una gravissima mancanza di rispetto nei confronti miei e dei centauri”. Con un caso specifico. “Il massimo è stato raggiunto lo scorso anno, quando gli organizzatori non sono nemmeno andati a concordare gli orari delle messe con il rettore, che ha dovuto leggerli dai manifesti pubblicati in paese”. Orari, che, va detto, sono gli stessi da decenni. Gallese, che è in questi giorni a Lourdes e che sarà fuori anche la prossima settimana, dopo la conclusione del pellegrinaggio, parla di atteggiamento “ostile e populisticoi degli organizzatori”. Di ‘guerra’ che si contrappone al clima di festa. “I centauri vanno accolti con gioia e le loro moto saranno benedette sotto il porticato del santuario”. Gallese si dice “dispiaciuto che i centauri, che hanno una vera devoazione, si trovino coinvolti in questa situazione, a motivo della scarsa sensibilità degli organizzatori, che invito a ripensare al loro comportamento e ad avere un atteggiamento costruttivo e di riconciliazione”. Ma con le moto fuori dal santuario