Tra le sculture di Ivaldi
L’idea che sta alla base dell’opera di Carlo Ivaldi è quella di trasformare la materia. Per certi versi il suo lavoro potrebbe apparire come quello di uno scultore tradizionale che ama lavorare il metallo, un artefice che si deve cimentare con materiali di estrema durezza, materiali ai quali riesce a dare una forma definita che sembra espandersi in moduli che non sono mai né ripetitivi né sequenziali.
Non è un caso che alcuni dei suoi lavori si presentino come aggregazioni di frammenti metallici coi quali riesce a stravolgere completamente le regole di ciò che pensiamo di conoscere, dando luogo a figure geometriche che si completano nello spazio.
Ivaldi si concentra su un progetto in continua evoluzione che lascia intravedere interessanti possibilità di sviluppo e di diffusione. Non è un caso che i suoi lavori vivano in particolare su dei vuoti che appaiono ai sensi come lacerazioni o ferite, come se la saldatrice che adopera per ricavare le sue strutture abbia lasciato profonde cicatrici nella materia. Proprio quest’ultima, la materia, si trova a possedere quel risalto plastico dal quale sembra scaturire la forma. Essa appare in un leggero palpitare di tubercoli che portano in sé le potenzialità della vita di una natura che sembra ricevere un continuo rispettoso omaggio.
Iron Park. Percorso espositivo di Carlo Ivaldi.
San Maurizio Conzano, vivaio Etabeta, via Occimiano 24. Fino al 30 luglio. (Spettacolo teatrale 8 luglio, ore 17.30). Info per aperture 3497523198