Pillon: “Questa vittoria è una grande iniezione di autostima”
'Grazie ai tifosi: hanno capito le difficoltà e ci hanno aiutati a uscirne. Da squadra"
'Grazie ai tifosi: hanno capito le difficoltà e ci hanno aiutati a uscirne. Da squadra"
Bepi Pillon è un professionista intelligente. Che, in un mese e mezzo, con il lavoro, con i suoi metodi, con le sue parole, con i suoi comportamenti, ha ridato vita ad un gruppo che l’aveva persa. Ha compattato gli uomini e ne ha fatto di nuovo una squadra. Ha trasmesso fiducia e i suoi ragazzi gli stanno dicendo, sul campo, che è con uno come lui che si può provare a riprendere ciò che è stato buttato via. Con un percorso in salita, ad ogni curva il rischio di cadere, ma chi sa restare in sella ha buone probabilità di tagliare il traguardo. Anche oggi rischi tanti, ma la capacità di rimanere in piedi e poi arrivare alla meta. “E’ stata durissima”: Pillon non si nasconde. “Se all’andata il risultato ci statav stretto e l’Alessandria si era dimostrata superiore e con un po’ più di freddezza e precisione avrebbe anche potuto raddoppiare, oggi la fatica è stata tanta. Contro una squadra molto forte, che voleva la semifinale e l’ha cercata. E noi non siamo stati belli come in gara1: mai corti come avremmo dovuto, troppe palle perse e seconde palle concesse agli avversari. Abbiamo rischiato, soprattutto nel primo tempo, ma abbiamo saputo soffrire e venire fuori, perché siamo stati squadra”. una squadra fatta di uomini che, fin dal primo allenamento, Pillon ha sempre descritto come “giocatori con una disponibilità totale a a lavorare, a impegnarsi, a dare tutto per arrivare al traguardo successivo. Credetemi, non è stato facile, per me, sceglierne 11, con elementi pronti e in salute che sono rimasti fuori”. Aveva detto, Pillon, che anche il contributo dalla panchina avrebbe fatto la differenza e, in effetti, l’innesto di Sestu ha cambiato l’atteggiamento di tutta la squadra. “Sono sincero, avevo in mente anche qualche cambio diverso. Avevo Iocolano e Fischnaller pronti: qualche scelta è stata forzata dagli eventi, ad esempio Manfrin. E quando è rimasto a terra Gozzi ho temuto un’altra sistemazione non prevista, che avrebbe condizionato ancora di più le mie scelte. Nell’economia di una gara ci sono fatto che cambiano in corsa e ti obbligano a scegliere. Avevo previsto di far entrare Evacuo prima, ad esempio, invece me lo sono tenuto come carta per i rigori”. Come è stato, non solo per la trasformazione, ma soprattutto per l’atteggiamento. Una gara che ha restituito all’Alessandria un Mezavilla prezioso, che specie nella ripresa ha fatto salire la squadra, perché ha accorciato, chiuso e impistato. “A metà della ripresa voleva uscire, aveva anche avvisaglie di crampi. Ma io sono stato categorico. Ho detto ad Adriano: stringi i denti e continua a giocare. La squadra ha bisogno che tu resista”. Riori: quando sono stati scelti gli uomini? “Non è stato così facole trovare i primi cinque e anche quelli successivi. Ragazzi, ho detto, qui bisogna che cinque ci siano subito, non posso tirarlo io. Volete sapere se lo avrei fatto se avessi avuto la possibilità? Certo che sì”. Stadio quasi esaurito, un tifo bellissimo e unico. “Ho sempre credito che la gente ci sarebbe stata vicina. Stava solo a noi portarla dalla nostra parte. Soprattutto, i nostri tifosi ci hanno dato una ano enorme nei momenti più delicati e difficili; se ci avessero fischiato ci avrebbero affossatto, invece hanno creduto e ci yhanno dato la spinta che serviva”. Adesso Firenze con la Reggiana. “Adesso i ragazzi avranno due giorni di riposo e da mercoledì ricominceremo. Non mi sta bene che si giochi il 14 e l’eventuale finale solo tre giorni dopo, uno in meno dell’avversario. Un giorno, per recuperare, conta tantissimo: si doveva cercare il modo di collocare le semifinali lo stesso giorno. Come ci arriviamo? Intanto lavorando, come abbiamo fatto fino ad ora. Aver aliminato una squadra come il Lecce alza, e di molto, la nostra autostima”