Castellania invasa, omaggio impressionante a Coppi
C’è chi è arrivato già ieri e ha campeggiato nel picoclo borgo. Chi è salito di primissima mattina e si è assicurato un posto per poter vedere negli occhi i 185 protagonisti del Giro d’Italia. Di fronte piazzale Candido Cannavò, gli spazi riservati ai big, peccato che gli addetti all’assistenza siano maleducati oltre ogni limite, ostancolando chi è al lavoro, oltre a non riconoscere anche alcuni familiari di Coppi. Dettaglio, si dirà, in una festa meravigliosa, a a compatarsi bene c’è solo da guadagnarci, tutti, specctacolo compreso. Da Villalvernia a Castellania, è una processione laica: in molti si fermano ad osservare le prime pennellate al murale che Riccardo Guasco, insieme agli amici di Inchiostro, sta realizzando e che sarò completato per il 2019, 100 anni dalla nascita del Campionissimo, quando da queste parti potrebbe arrivare il Tour. Argomento, questo, di una cena con gli sponsor: la somma, per le tre tappe, è circa un milione di euro, da valutare, ma l’anticipazione data Beppe Conti al Piccolo il giorno della presentazione della tappa di Castellania potrebbe diventare realtà. Oggi, però, è il giorno del Giro 100, che unisce idealmente Coppi a Pantani, e c’è chi ricorda Scarponi. “Tre storie in qualche modo unite – sottolinea Fuastino Coppi, commosso, anche quando sale sul palco di radio Rai – tre vicende particolari, anche quella di papà. Ma, soprattutto, tre uomini che hanno sempre lottato, perché questo è lo sport della lotta, della fatica”. E, anche, insiste Faustino, “quella che non ha bisogno di numeri e tessere per entrare, come succede per il calcio. Perché la gente è lungo le strade, oggi come quando correva papà, come sempre fin dalle origini del ciclismo”. Fra i persinaggi saliti a Castellania anche il figlio del falegname di Somma Vesuviana, che costruì la bicicletta per Coppi, nel 1945, a Caserta, dove era attendente di un ufficiale dell’esercito inglese, per permettere al vincitore del Giro d’Italia del 1940 di pedalare e poi di risalire verso casa. Ci sono tutte le generazioni dei Coppi, Francesco Bellocchio, il figlio di Marina, è nella squadra Bianchi che sale in bici dall’Outlet di Serravalle fino al Mausoleo, insieme anche a Giampaolo Bovone, uno dei ‘papà’ de la Mitica e ad altri appassionati e Francesco ha la maglia rosa. La folal cresce con il passare dei minuti, davanti a pizzetta Candido Cannavò un anfiteatro naturale, ed è un pubblico di tutte le età, dai bambini agli anzini, da chi ha visto correre l’Airone a chi ascolta le storie dei suoi successi, favole meravigliose e unico, interprete principale il più grande di sempre. “Castellania è la sede di tappa con più ciclsti e biciclette”, annunciato i due conduttori della trasmissione radiofonica. E Sergio Vallenzona, primo cittadino, quando sale sul palco per ricevere la bandierina rosa del Giro 100, è un uomo felice, con cori da stadio per lui, soprattutto quando annuncia. “Ce l’abbiamo fatta. Siamo pronti per altre sfide, come questa, che Castellania ha vinto”. Dopo le 12.30 tocca ai corridori: fra i primi a salire sul palco per mettere la sua sigla sul foglio delle firme c’è Tom Dumoulin, che poi trionferà a Oropa, consolidando la maglia gialla e rifilando altri 43 secondi a Nicoli, uno ddei più applauditi. Gaviria, il re degli sprint, in maglia ciclamino, svela il suo sogno, “arrivare a Milano”: una bella impresa, visto che la prossima sarà la settimana delle montagne. Lascia senza fiato la partenza: tutti i 185, e poi le ammiraglie, verso Carbonara, dove è la partena ufficiale: sotto lo sguardo di Coppi, la spettatore che solo Castellania può avere. Presente in ogni angolo, in ogni gesto, in ogni pensiero. Non solo perché ci sono le foto: perché questa è la sua casa, è il tempio del ciclismo di tutti i tempi e la tappa di oggi celebra un immortale.