Casale, patron Appierto lascia. E adesso che succederà?
Come previsto già mesi e mesi fa, e come prevedibile, Luigi Appierto, nonostante l’ottimo campionato e la buona media di affluenza di pubblico, rispetto gli altri club di serie D (eccezione fatta per piazze come Varese e Legnano), ha lasciato la presidenza del Casale.
A comunicare la decisione dell’ormai ex patron nerostellato è stato il club, attraverso una nota ufficiale sulla pagina Facebook. «Dopo una lunga riflessione, con la presente, rassegno al consiglio direttivo, le mie dimissioni irrevocabili da Presidente dell’Fbc Casale. – cita la nota ufficiale della società – La decisione è maturata, non senza mio grande rincrescimento, in seguito al sommarsi degli impegni derivanti dalla mia attività di imprenditore e tali da impedirmi di dedicare alla società il tempo che essa meriterebbe. Sono stati tre anni intensi, durante i quali gli obbiettivi che ci eravamo prefissi al momento del mio insediamento, sono stati raggiunti. Questo grazie al sostegno che il direttivo non ha mai fatto mancare, unitamente all’eccellente lavoro sul campo svolto dal Direttore Generale Vittorio Turino insieme ai suoi collaboratori. Tanto è stato fatto, tanto rimane da fare. A tal proposito mi sarei aspettato una diversa “sensibilità”, un approccio più dinamico delle istituzioni cittadine nei confronti delle problematiche che in più di un’occasione abbiamo messo sul tavolo del confronto. Purtroppo ciò non è accaduto; tuttavia la mancata soluzione di tali problematiche non deve inibire la ricerca delle soluzioni da parte di chi assumerà la presidenza futura del Casale».
Una decisione che arriva a maggio, ma che era nell’aria già dai primi mesi. Oltre che alla prima gara ufficiale (quella di Coppa Italia nella sua Settimo), infatti, Appierto non si è mai visto allo stadio né in casa, né fuori. Nemmeno alla gara di campionato sul campo delle Pro Settimo che è a pochi passi da casa. Chiunque fosse dotato di un po’ d’intelligenza o buon senso avrebbe capito che avrebbe rimesso il suo incarico nelle mani del consiglio direttivo. La colpa della sua decisione – almeno secondo la nota del club – sarebbe da far ricadere su una scarsa sensibilità di politica e classe imprenditoriale. Mancava il “riscaldamento terrestre” nell’elenco delle ovvietà. Affidare il destino del proprio mandato ad una amministrazione, che tra l’altro in ambito sportivo non sembra nemmeno troppo capace, suona più di scusa che di vera motivazione. Idem vale per gli sponsor. Evidentemente se tre anni fa si è concretizzata la necessità di accettare capitali da Settimo Torinese, evidentemente era perché il tessuto imprenditoriale casalese aveva dimostrato di avere un certo disinteresse nei confronti della Casale calcistica. Niente di nuovo quindi. E’ semplicemente la storia che si ripete. Ad Appierto, in ogni caso, vanno i ringraziamenti di chi ama ed ha amato la maglia nerostellata. E’ stato esclusivamente merito suo se è stato possibile vivere due stagioni da protagonisti in Eccellenza e se il club è tornato in un campionato più adatto alla storia di questa Città.
Resta solo un po’ di rammarico per come è maturato questo addio. Per quella promessa di “tornare grandi” fatta sull’onda dell’entusiasmo (e sotto una doccia) ad Alba, dopo la vittoria del campionato, smentita dai fatti solo pochi mesi dopo. Peccato. Ma il calcio a Casale andrà avanti. Per 105 anni l’ha fatto senza Appierto, tornerà a farlo senza di lui. Speriamo solo che questa notizia non attiri, come al solito, il solito stormo di banditi e che il presidente onorario Giuseppino Coppo faccia i passi giusti e scelga le giuste persone, evitando così che in meno di un anno, possa essere di nuovo cancellata la storia dei nerostellati. Con la speranza che non vengano commessi nuovamente gli errori del passato.