Pillon: “Le energie solo per noi, non per ciò che accade tutto intorno”
Il tecnico: "Una possibilità sola, ma il campionato dobbiamo vincerlo"
Il tecnico: "Una possibilità sola, ma il campionato dobbiamo vincerlo"
Per 26 minuti in B. “Fino all’ultimo ci abbiamo creduto. Avevamo ancora opportunità, ce la siamo giocate – sottolinea Bepi Pillon – In questi giorni c’è chi mi ha dato dell’illuso e del sognatore, ma di storie simili, nel calcio, ne ho viste tante. Per questo ho insistito: non abbiamo pensato alla possibile coda del campionato, perché, prima di tutto, volevamo vincere con il Pontedera. Chissà che qualcosa di importante non possa accadere mi sono detto, ce lo siamo detti. Per quei 26 minuti anche io ho creduto che potessimo farcela. Adesso, però, dobbiamo concentrarci sull’unica possibilità che ancora ci rimane. Perché noi vogliamo e dobbiamo vincere i playoff. E, per fare questo, dobbiamo recuperare energie fisiche, nervose, mentali. Soprattutto mentali”. Soprattutto le ultime, perché è almeno singolare che, oggi, anche chi era diffidato (Marras e Nicco, che salteranno l’andata degli ottavi di finale), non ha esitato a fare interventi a dir poco duri, e da cartellino, mentre a Tivoli, quando sarebbe servito molto di più, non c’è memoria di episodi simili nelle cronache. Molte le spiegazioni che Pillon dovrà darsi in fretta, per preparare al meglio i playoff: ad esempio capire perché una squadra quasi assente per un’ora, che regala l’ennesimo gol agli avversari, appena arriva la notizia del pareggio della Racing Roma si scatena, e in meno di due minuti sfiora il gol e poi lo segna e avvicina la B. Servirà, a Pillon, ‘entrare’ in una squadra che ha realizzato una impresa, in negativo, come non c’è memoria. “Ci ho creduto così tanto che non ho neppure pensato al programma di lavoro. Qualcuno ha anche pensato che poteva essere, questa, una partita da turn over, per risparmiare qualche diffidato, ma questa idea non mi ha mai neppure sfiorato, perché io volevo vincerla, tutti volevamo vincerla, perché era la sola strada percorribile”. Anche se fino al 16′ del secondo tempo tutta questa voglia non si è vista e, anzi, come troppo spesso è accaduto nel girone di ritorno, i Grigi hanno regalato un gol agli avversari. “Errori che commettiamo troppo spesso. Ho chiesto alla squadra di chiuderla, la partita, di segnare la seconda rete, perché noi non siamo fatti per gestire i risultati”. Lo diceva anche Braglia: un limite evidente dell’Alessandria. Di certo al Moccagatta si è consumata la rottura totale tra la Nord e la squadra, se ancora ci fosse stato bisogno di una ulteriore dimostrazione. E, anche, una spaccatura tra i diversi settori dello stadio. “Ai tifosi, alla vigilia, avevo chiesto di sostenerci durante la gara, pronti a ricevere, noi, ogni forma di contestazione, alla fine. Hanno deciso diversamente, e rispetto le scelte di tutti. Adesso, però, noi dobbiamo pensare solo a noi stessi. Concentraci su di noi, perché non possiamo permetterci – insiste Pillon – di disperdere energie pensando a ciò che accade attorno alla squadra, agli umori attorno. Dobbiamo badare solo a noi. Già dopo Tivoli è stato durissimo lavorare, soprattutto recuperare mentalmente. Adesso avremo due settimane per incominciare a preparare la prima di sei partite, che giocheremo fino alla finale. Perché io credo in questo gruppo e credo che sfrutterà questa unica possibilità che resta”. Il popolo grigio, i tifosi che contestano a fine gara, ci credono decisamente meno. Qualcuno per nulla: gli argomenti nel girone di ritorno, con l’epilogo di oggi. Domani si saprà una delle due possibili avversarie nel secondo turno: in questo momento, anche per l’epilogo della Coppa Italia, sarebbe la vincente di Cosenza e Casertana (in casa dei calabresi) ma il C ha ancora 90 minuti fondamentali