Kaurismaki, il dramma diventa poesia
La poesia di Kaurismaki per raccontare il dramma dei profughi siriani. Martedì, alle 21,15, il circolo del cinema Adelio Ferrero propone il film ‘L’altro volto della speranza’ nella sala Kurosawa del Kristalli. La pellicola sarà presentata da Roberto Lasagna, che coordinerà il dibattito al termine della proiezione. A Helsinki si incrociano i destini del cinquantenne Wikhström, che ha deciso di cambiare vita lasciando la moglie e il lavoro di venditore per aprire un ristorante, e del giovane rifugiato siriano Khaled. Bloccato per caso nella capitale finlandese, quest’ultimo ha visto respinta la sua domanda di asilo ma ha deciso comunque di rimanere. È un uomo solo, la cui famiglia è stata sterminata nella guerra civile siriana, durante i bombardamenti di Aleppo. Soltanto una sorella è sopravissuta ma durante il passaggio al confine ungherese è misteriosamente scomparsa. Kaurismaki però non ricorre ai toni del dramma per raccontare la sua storia, preferendo seguire la via della poesia. Khaled diventa così parte di una ballata che ha per protagonisti quelli otusiders, posti ai margini della società, da sempre tanto cari al regista finlandese. Rifugiati, rockettari invecchiati, camerieri stanchi e un cuoco piuttosto improbabile costituiscono insieme un universo alternativo a quello di una quotidianità alienata e indifferente, in un alcuni casi violenta con i bruti di una sedicente armata di liberazione ariana che si aggirano per le strade della città. Tra tutte queste figure emerge Wikhström, che, trovato Khaled nel cortile del suo ristorante e toccato dalla sua storia, decide di prenderlo sotto la sua ala protettiva. Una storia dove il dramma sfuma nella fiaba con una leggerezza e anche un’ironia che costituiscono il vero e proprio segno del cinema di Kaurismaki. Indimenticabile, in questo senso, la surreale immagine del lunatico Wikhström, che va un tavolo di biscazzieri per vincere i soldi necessari a rilevare un locale. Bravissimi gli attori Sherwan Haji, Sakari Kousmanen e Kati Outinen, sua immancabile musa. La fotografia di Timo Salminen contribuisce, con i suoi toni bluastri, a rafforzare le atmosfere surreali del film.