Pillon: “Allenare il morale. Conta avere una squadra organizzata e che lavora di gruppo”
Il tecnico chiede un aiuto anche ai tifosi. "Adesso serve averli vicini. Poi decideranno se contestare o festeggiare"
Il tecnico chiede un aiuto anche ai tifosi. "Adesso serve averli vicini. Poi decideranno se contestare o festeggiare"
“Ho visto una squadra viva. Una squadra che sta bene. Adesso ciò che più conta è creare la mentalità giusta. Aggiungo che fondamentale è aggiungere un po’ di tranquillità e serenità per preparare lo scontro di sabato con il Renate”. Il tempo a disposizione è poco, “e non ho mai pensato di avere la bacchetta magica”, però il nuovo tecnico ha le idee chiare. “Cercherò di mettere mano dove le cose non stanno funzionando, non solo da ora. Ad esempio, i gol di troppo presi. Un po’ alla volta cercherò di aggiungere qualche concetto che considero fondamentale. Un po’ alla volta, non tutti e subito, per non rischiare di avere l’effetto contrario e fare troppa confusione. In queste tre settimane che mancano alla fine del campionato prevale, su tutto, l’aspetto mentale e le motivazioni da trasmettere alla squadra”. Una priorità, su tutte, per sabato? “Ritrovare la brillantezza, sia mentale che fisica”. Insiste, Pillon, sulla tranquillità da recuperare, o da restituire alla squadra. Perché, evidentemente, nel primo colloquio, e anche nel primo allenamento, è ciò che più ha avvertito come necessario. “Quanto si perdono 10 punti di vantaggio, nella testa si perdono autostima e certezze. Io cerco di ridarle ai ragazzi, anzitutto attraverso il lavoro sul campo. Sui movimenti, sui compiti, su ciò che sreve fare in questo momento. Certo, so bene che una vittoria sarebbe ciò che fa fare i passi in avanti di cui abbiamo bisogno, perché porta entusiasmo e serenità, ed è ciò che noi andiamo a cercare sabato. Fisicamente, la squadra mi sembra a posto, anche se è una valutazione che faccio dopo un solo allenamento e dopo tre giorni di pausa – insiste Pillon – E sulla reazione al cambio di allenatore, i giocatori conoscono bene quali sono le leggi del calcio, come le sappiamo noi tecnici. Oggi può essere una giornata particolare, ma da domani si torna al ritmo e all’obiettivo fonale, che è prima di tutto la gara con il Renate”. Nelle ultime cinque gare il presidente Luca Di Masi era in panchina. “Quando sono in panchina, di fatto, non ci sono mai: sono sempre al limite dell’area tecnica e anche oltre e guardo poco dietro. Un condizionamento per i giocatori? Non credo proprio: per me cambia nulla e credo anche per i giocatori, che hanno la testa sul campo e sulla partita”. Che identità tattica avrà l’Alessandria di Pillon? “Non voglio inventare nulla: al di là del modulo, lo ripeto, conta l’atteggiamento: noi dobbiamo essere squadra. Nel calcio ci sono due fasi, difensiva e offensiva: tutti devono partecipare, all’una come all’altra. Tutti devono pedalare: a me piacciono molto le squadre che lavorano di gruppo, che sono organizzate”. L’ultima volta che ha visto i Grigi giocare dal vivo? “A Cremona”. Criticità? “In casa il cammino è costante e, a parte un paio di episodi, molto positivo. In trasferta non succede così, almeno nel ritorno: bisogna capire bene, e in fretta, la causa, se è una questione, ad esempio di equilibri”. Al campo un accenno di contestazione. Sabato i gruppi della Nord non entreranno. “E’ molto importante, per noi, avere e sentire la gente vicina. Poi, quando sarà tutto finito, i tifosi decideranno se esultare, se il risultato sarà quello che vogliamo, o contestare, se non dovesse esserlo. In questo momento, però, l’unità d’intenti sarebbe fondamentale. L’Alessandria ha la fortuna di avere un presidente importante: persone come lui vanno tenute strette. Squadre ne ho girate molte e, credetemi, non è facile traovare persone che investono nel calcio. La gente dovrebbe tenere conto di questa situazione. I giocatori sono in difficoltà, ma credo che sia proprio questo il momento in cui essere vicini e aiutarli. Non me, ma loro”. Un favore da Lucchese o Livorno? “Noi dobbiamo pensare alle nostre tre gare e a conquistare 9 punti. E se non dovesse bastare, penseremo ai playoff. Però, prima, l’imperativo sono le tre vittorie. E, adesso, pensare esclusivamente al Renate, tenendo lontane le ansie che tolgono lucidità e possono giocare brutti scherzi, come è successo col Prato. Tutto può succedere, l’importante che la gente caèisca che abbiamo bisogno di loro”. Uomini di riferimento nel gruppo? “Ci sono molto elementi di personalità, che hanno giocato in categorie superiori. E’ il mio primo giorno, lasciatemi conoscere bene l’ambiente, anche se so che non ho molto tempo. Li conosco e tre li ho anche avuti: Fischnaller, Sestu e Bocalon. Che ho fatto esordire in B a Treviso a 16 anni”. Già, la B…