La Casa del Mutilato cade a pezzi, Italia Nostra: “Aprite la Sala, i soldi li troveremo”
L'edificio del 1940 è di proprietà privata, ma l'associazione chiede che il Comune si mobiliti almeno per aprire la Sala delle Adunanze con l'affresco di Caffassi, minacciato dall'umidità. Pronti ad una raccolta fondi, solo se con le giuste garanzie.
L'edificio del 1940 è di proprietà privata, ma l'associazione chiede che il Comune si mobiliti almeno per aprire la Sala delle Adunanze con l'affresco di Caffassi, minacciato dall'umidità. Pronti ad una raccolta fondi, solo se con le giuste garanzie.
L’edificio è del 1940, in puro stile architettonico di Regime tra le due Guerre. Venne edificato su progetto dell’ing. alessandrino Venanzi Guerci, al cui interno campeggia un grande affresco nella Sala delle Adunanze firmato dall’artista Alberto Caffassi. Il soggetto è la celebrazione della vittoria italiana della Prima Guera Mondiale, la battaglia del Piave e l’esaltazione eroica dei militari caduti o rimasti mutilati. “L’immobile versa in grave stato di abbandono ed in particolare la pittura è minacciata da infiltrazioni dal tetto e da umidità di risalita“, dice Enzio Notti della sezione cittadina di Italia Nostra, che da un paio d’anni aveva riportato alla ribalta la situazione del palazzo, con convegni e conferenze. Dopo l’interesse iniziale, nulla si mosse. “Chiediamo di poter utilizzare il salone per eventi pubblici”, fa eco Sara Campagna, presidente ANMIG Alessandria, “La città chiede sempre spazi pubblici: quello è un bellissimo luogo da riscoprire, utilizzato da noi in passato per convegni, balli ed eventi aperti a tutti“.
La proprietà privata che grava su quel palazzo ha sicuramente complicato le cose, anche se superabili: “Il Comune potrebbe stipulare una sorta di accordo per un uso pubblico della Sala al piano terra“, ipotizza Notti, anche se burocraticamente non è molto chiaro in che mani andrà la Casa del Mutilato e quindi quale sia l’interlocutore con cui trattare. “Se avessimo la garanzia di poterla riaprire alla cittadinanza”, conclude Notti, “siamo pronti ad intraprendere una campagna di raccolta fondi, almeno per ristrutturare l’affresco“.
C’è chi pensa, però, che la politica abbia snobbato palazzo e affresco proprio perché celebrativo del Ventenno di dittatura, con l’esaltazione anche artistica degl eroi di guerra, dell’eroismo italico, e se vogliamo dell’imperialismo e della guerra in sé. “Dietrologia assurda”, chiude Campagna, “preferisco pensare che come al solito ad Alessandria ci si lamenta per tutto, ma che alla fine non si voglia far nulla per conservare la propria cultura”.