Pillon: “La qualità c’è, serve ritrovare subito la serenità”
Il debutto nel calcio 42 anni fa, ad Alessandria. Tanto come l'attesa della B
Il debutto nel calcio 42 anni fa, ad Alessandria. Tanto come l'attesa della B
Quarantadue anni fa la prima volta di Bepi Pillon al Moccagatta, da giocatore, uscito dal vivaio della Juve. “Il mio debutto nel calcio professionistico”. Quarantadue anni, quelli che il popolo grigio aspetta per festeggiare la serie B. E Pillon arriva per portare di nuovo l’Alessandria dove era scesa nel 1975, pochi mesi prima ell’arrivo del ragazzo di Preganziol, classe 1956, scelto per la prima stagione di nuovo in C, la categoria dalla quale l’Alessandria non è più uscita. “Chissà che anche questa combinazione di numeri non sia un segnale: sarebbe bellissimo per Alessandria e, anche, per me”. Il nuovo tecnico dell’Alessandria ha un vantaggio, conosce l’ambiente. “Certo, in oltre 40 anni, la tifoseria è cambianta nelle persone, ma non nel modo di vivere l’attaccamento a questi coloro”. Anche su questo fa sicuramente conto Pillon, ma non lancia appelli. Predica solo la filosofia del lavoro, e il più in fretta possibile. “Perché la qualità di questo gruppo non si dicuste, è enorme. La forza della società, e la solidità, e le ambizioni, non sono in discussione. Però c’è un elemento attorno al quale tutto ruota: l’Alessandria aveva anche 10 punti sulla Cremonese, che adesso è davabrti. Ecco, dobbiamo capire cosa è successo, entrare nella testa di protagonista che sono validissimi, per comprenddere le ragioni e intervenire. Imemdiatamente”. Entrare nel cervello dei calciatori, ciò che, evidentemente, a Piero Braglia non è più riuscito, e non solo da Viterbo. A proposito di combinazioni: è la seconda volta che Pillon subentra a Braglia, era già successo a Pisa, due anni fa, sempre in Lega Pro. “Oltre ad essere un collega, Braglia è anche un amico. Che sa lavorare molto bene. Ma siamo allenatori e sappiamo che, nel calcio, i risultati decidono, quasi sempre, il destino di ognuno di noi. L’esperienza di Pisa, però, non vorrei ricordarla. Piazza blasonata e storica, certo, ma situazione diametrealmente opposta, rispetto ad Alessandria, a livello societraio. Qui c’è struttuta, solidità, ci sono ambizioni, c’è una progettualità importante”.
MOLTE CHIAMATE
Che sono gli elementi che hanno spinto Pillon a dire sì. “In questi mesi ho avuto altre chiamate, non solo in categoria. Anche Livorno? No, dal club labronico nessun contatto, ma proposte ne ho ricevute, ma ho sempre rispsto negativamente, perché non vedevo ciò che, per me, è fondamentale per fare calcio. L’ho trovato nell’Alessandria”. Per questo Pillon non ha avuto esitazioni a dire sì. “Sono stato chiamato venerdì verso sera, e ho ricevuto la proposta. Quersta mattina la seconda chiamata per confermare che la società grigia aveva pensato a me”. Il primo allenamento sarà lunedì pomeriggio. “Dobbiamo metterci immediatamente al lavoro. Un lavoro, soprattutto, sulla testa e sul morale: adesso bisogna capire subito cosa ha detreminato la flessione e la perdita del primato e intervenire”. Sarà un 4-4-2? “Non è mai questioen di numeri o di moduli, ma di come li interpretano i giocatori, del loro atteggiamento. In questo momento credo che sia fondamentale ridare a tutto il gruppo tranquilità e serenità. Perché il gruppo c’è, e che gruppo”. Si punta alla B diretta? “Assolutamente sì, sapendo che noi dobbiamo vincerle tutte e sperare in una flessione, anche in un piccolo rallentamento della Cremonese. Se anche i grigiorossi dovessero fare 3 su 3, dovremo essere pronti per diventare i migliori dopo. Il presidente Di masi non dice mai ‘palyoff’, però certo, nel nostro colloquio, l’ipotesi è stata valutata”. Pillon conosce bene i suoi nuovi giocatori e due li ha allenati. “Alla Reggina: Sestu in A e Fischnaller in B. Speriamo che per Alessio non sia un problema serio”. Precedenti con il ds Magalini? “Molte sfide da avversario, soprattutto quando era a Mantova”. Bepi Pillon arriverà con il suo staff: il ‘secondo’ Rino Lavezzini – “era già con me a Padova! – e il figlio Jacopo, che si occupa di preparazione atletica, anche se nelo staff restano sia Mirco Spedicato, sia Andrea Bocchio. Contratto fino ala fine del campionato: ma si è parlato di un prolungamento in caso di B? “Ci siamo detti che adesso conta concentrarsi sui prossimi 270 minuti e arrivare di nuovo davanti. Solo a fine campionato a bocce ferme, decideremo: se il mio lavoro ha convinto la società, se anche io mi sono inserito bene, potremo anche ragionare di futuro. Ma prima il campo, prima il campionato, prima le tre gare per riprendere il primato”.