Di Masi: “Dobbiamo andare in B. Se serve cambiare e investire ancora, lo farò”
Il presidente: "Incontro chiarificatore con il tecnico. Contestazione? I tifosi hanno tutte le ragioni, accetterò tutto"
Il presidente: "Incontro chiarificatore con il tecnico. Contestazione? I tifosi hanno tutte le ragioni, accetterò tutto"
“Distrutto. Devastato. Oggi più ancora di ieri”. Lo sono anche i tifosi, presidente: dopo otto mesi davanti a tutti, veder sfumare così un campionato vinto è peggio di un sinistro allo stomaco, di quelli che piegano le gambe e anche le passioni più forti e più vere. “Lo so. I tifosi hanno tutte le ragioni per urlare la rabbia, lo sconforto, la delusione. Agiranno come pensano per manifestarlo, accetteremo tutto. Però io voglio dire, ancora una volta: in B ci andiamo, assolutamente, a qualsiasi costo”. Anche se fosse necessario cambiare la guida tecnica? “Se capirò che il mister non riesce più ad entrare nella testa della squadra, che non riesce più a guidarla, sono pronto anche a prendere una decisione drastica. Ho investito tanto in questa società, in questa stagione soprattutto, e non mi spaventa investire ancora se dovessi capire che è una scelta necessaria”. Una decisione che Luca Di Masi prenderà nei prossimi giorni quando, insieme al direttore sportivo Magalini, incontrerà Piero Braglia, forse già prima della ripresa degli allenamenti lunedì pomeriggio. “Non per questioni tecniche, sia chiaro. Voglio, vogliamo capire se l’allenatore ha ancora la gestione della squadra e la può portare dove vogliamo arrivare. Dove, insisto, arriveremo. I tre punti con la Viterbese erano quelli fondamentali: vincere ieri avrebbe significato avere più di un piede in serie B. Non mi basta sentirmi dire: vinciamo le prossime tre. A parte che solo questo dobbiamo fare, devo avere la certezza che chi ha la guida di questo gruppo è ancora in grado di farlo come nel girone di andata. Anche come a Carrara o come con il Prato fino al 2-0. Se non avrò questa certezza, insisto, sono pronto anche a cambiare. Siccome voglio la B, nulla di intentato per arrivarci”. Devastato, Di Masi, ma deciso. Anche consapevole, pensiamo, che forse sarebbe servito intervenire prima. “I giocatori ieri erano distrutti. Sbaglia chi pensa che non ci tengano: io ho vissuto con loro la più brutta giornata, ieri, le lacrime di Iocolano, ragazzi svuotati, perché sanno cosa significa, per tutti, soprattutto per la nostra gente”. Ma il mister era così devastato? Abbastanza scontato dire “in questa situazione ci siamo messi noi e noi dobbiamo uscirne”. Difficile una affermazione diversa. E poi le continue sottolineature degli errori di Vannucchi. “Sono sincero, alcune frasi non le ho capite. Forse anche il mister è un po’ confuso. Certo che siamo noi ad essere arrivati a questo punto e certo che dobbiamo uscirne. Devo capire, insieme al direttore sportivo, se chi ha dato, fino a oche gare fa, la carica giusta, perché è entrato nella testa di ogni singolo giocatore, adesso può ancora farlo. Questa è la risposta che voglio avere. Poi deciderò”. Fra le frasi francamente incomprensibili c’è quella sul premio promozione, quando Braglia ha detto “il presidente mi aveva proposto anche un premio per il secondo posto, che non ho accettato”. Letta, o ascoltata, al tifoso, come al cronista, alimenta pensieri non belli. “Non ho mai fatto una proposta simile. C’è un premio promozione importante, certo, ma mai avrei potuto parlare di secondo posto. L’ho fatto notare anche al mister”. I numeri sono spietati: l’Alessandria nel girone di ritorno è poco sopra la zona playout. Forse la svolta, se svolta ci sarà, serviva prima. “Io dico solo che noi abbiamo un obbligo, verso noi stessi e la gente: 9 punti nelle prossime tre gare. Non mi basta sentirmi dire: vinciamo. La squadra c’è, voglio capire se sarà preparata per vincere”. Enorme il peso degli errori. “Non solo di Vannucchi, che è un ragazzo molto più maturo dei suoi 22 anni e che ci ha dato tantissimo. Certo, nelle ultime gare i suoi sbagli ci hanno tolto punti. Ma non è solo lui a sbagliare. Sarebbero bastati anche due punti in più, quelli con il Prato. Non è falce per nessuno segnare. Noi a Viterbo abbiamo avuto l’occasione per il 2-0: a uno che ha segnato 19 reti, come Bocalon, non si può fare un processo, e non lo faccio certo io, però quella palla era da toccare in rete. Quando dico “essere in grado di portare questa squadra alla vittoria”, da parte di un allenatore, mi riferisco a tutte queste componenti”. Magari evitando stravolgimenti tattici continui. “Non sono un tecnico, anche se la scelta di Rosso, ieri a Viterbo, era giusta. Senza voler entrare in questioni tattiche, però, mi sento di dire che in un momento come questo giocatori come Mezavilla ed Evacuo dovrebbero sempre esserci. Per l’esperienza, la malizia, il peso”. Già, Evacuo: da quando è arrivato, sommando i minuti, non si arriva ad una gara intera. Ma Braglia davvero lo voleva? “Certo, gli brillavano gli occhi quando gli è stata prospettata la possibilità di ingaggiarlo”. Capitolo Magalini. “Se mi chiede come sta, le dico che è nelle mie condizioni. Le valutazioni sul suo operato le faremo a fine stagione, ma posso dire che è un grande conoscitore del mercato e, anche, una persona onesta. Magari può essere criticabile per come si pone a volte”. Presidente, con il Renate lo stadio potrebbe essere deserto o ci potrebbe essere una contestazione forte, magari già alla ripresa degli allenamenti. “Mi aspetto tutto e tutto accetterò. Posso anche dire che in questo tentativo di arrivare comunque primi sarebbe importante avere la nostra gente, ma, insisto, capisco tutto, anche chi adesso dice ‘basta’. In questo momento noi dobbiamo avere in testa solo 9 punti. Pensare solo a quello, a niente altro. E la certezza di essere, tutti, in grado di farlo”. Se non bastasse? “Dobbiamo arrivare ai playoff come squadra migliore. Ma sarà l’ultima volta, in questi giorni, in cui pronuncerò la parola playoff. Io voglio arrivare in B quest’anno, con ogni mezzo”