Grigi, il calendario può aiutare. Ma basta paura: testa sgombra e ‘messaggi’ chiari ai rivali
Tre delle prossime quattro avversarie dell'Alessandria hanno già raggiunto l'obiettivo
Tre delle prossime quattro avversarie dell'Alessandria hanno già raggiunto l'obiettivo
Aggrappati ad un unico punto. Tutti: giocatori, staff, società, tifosi. Un punto da tenere ben stretto, che non permette di fare calcoli e di gestire. Che può essere anche un vantaggio, ma la ‘gestione’ non appartiene al gruppo allenato da Braglia. Con un calendario che, negli ultimi 360 minuti, è solo apparentemente speculare. Perché nelle quattro gare ancora da giocare, ben tre delle avversarie dell’Alessandria hanno già raggiunto un obiettivo e non hanno più molto da chiedere al campionato, almeno alla stagione regolare. La Viterbese, che i Grigi affronteranno giovedì, è già nei playoff, come anche il Renate dell’ex Luciano Foschi, che arriverà il 22 aprile. E il Pontedera, con cui si chiuderà il percorso ancora in casa, il 6 maggio, è salvo, senza affanni. Resta una sola compagine che ha ancora un obiettivo, la salvezza, anche passando dai playout, la Lupa Roma, nell’ultima trasferta. E la Cremonese? Giovedì ha il Prato, che non è ancora al sicuro, che sta bene, che potrebbe recuperare Tavano e che, comunque, parola di Paolo Toccafondi, ex portiere grigio e dirigente dei lanieri, sabato al Moccagatta, la farà trovare dura anche ai grigiorossi, e non si fa fatica a credere che, almeno, ci proverà, soprattutto per come ha giocato il secondo tempo al Moccagatta. Poi gli uomini di Tesser riceveranno la Lucchese, che vive ancora in acque non calme, prima di andare a Livorno, squadra in cerca della miglior posizione nella griglia playoff . E chiudere in casa con la Racing Roma, che potrebbe essere ancora a caccia di un risultato almeno per i playout. “Dipende solo da noi” il mantra di Pablo Gonzalez, ripetuto all’infinito anche nel dopo gara con il Prato. Capace di mettersi, da solo, sul banco degli imputati, “ho avuto la palla per chiudere la gara e l’ho sbagliata”, perché sa che un rigore così brutto forse non gli capiterà più di tirarlo. Ma anche forte il giusto per ribadire l’essenza di questo momento. Perché, è vero, dipende solo dai Grigi: dalla capacità di non farsi frenare dalla paura, di non avere le gambe che tremano e, anzi, avere la testa sgombra da fantasmi. E gli occhi iniettati di sangue. Anzi, di voglia di B: uno sguardo, e magari, anche qualche parola giusta per far capire alle avversarie che non ce n’è più per nessuno contro i Grigi. Dipende, soprattutto, da squadra e staff. I tifosi, questo è certo, in questi 360 minuti faranno la loro parte.