Braglia: “Mollare adesso sarebbe da stupidi. Andiamo a prendercela, per noi e per la gente”
Il tecnico: "Negli spogliatoi ho visto gente distrutta. Ma dobbiamo crederci, con tutte le nostre forze"
Il tecnico: "Negli spogliatoi ho visto gente distrutta. Ma dobbiamo crederci, con tutte le nostre forze"
“Non è finita”. Il tono di Piero Braglia è molto diverso da quello di Carrara. Perché in quattro giorni è un altro campionato, quello che si sta giocando e che si giocheràù. Perché adesso c’è il rischio, enorme, di vedersi sfuggire dalle mani ciò che sembrava solo dei Grigi. Che è ancora dei Grigi, perché in testa al girone A della Lega Pro c’è sempre l’Alessandria. Ma adesso la Cremonese è lì, vicinissima, come era già stata una volta in questa stagione, ma l’Alessandria l’aveva respinta all’indietro. Altri momenti, altre condizioni, di testa e anche di fisico: i Grigi che non chiudono le gare sono anche i Grigi che dopo un’ora sono in flessione e si abbassano. E non c’è avversario che non ne approfitti per alzarsi. Come fa il Prato, premiato dai regali altrui, da una buona dose e di fortuna, ma anche dalla convinzione. Braglia, però, non ne fa una questione di tecnica, di tattica e di condizione: adesso conta il morale, “ho visto negli spogliatoi facce disperate. Gente distrutta. E la cosa più pericolosa, in questo momento, sarebbe mollare. Siamo ancora davanti, con quattro partite a disposizione. Abbiamo toppato noi, possono farlo anche quelli che ci inseguono. E, soprattutto, andiamo a prenderci quello che è nostro dalla prima giornata: facciamolo con tutte le nostre forza, con tutto quello che abbiamo. Adesso c’è la disperazione, da domani voglio di nuovo la squadra incazzata, che va a conquistarsi ciò che deve essere suo, a tutti i costi”. Però gli errori pesano come macigni. Perché Gonzalez di rigori non ne fallisce praticamente mai e anche questa volta contribuisce pure a coinquistarlo, ma lo calcia non certo alla sua maniera e Melgrati ci arriva. Soprattutto, c’è la punizione al 45′ della ripresa: perché non piazzare, comunque, una barriera di quattro giocatori, e non uno solo, per ostacolare chi deve battere, anche a costo di prendersi un cartellino giallo? “Lo decide il portiere: normalmente si schiera la barriera con tre o quattro elementi, ma se lui non li vuole, non li chiede. E’ un periodo così anche per ‘Igli’, in cui tutto gli gira storto: è stato un fenomeno fino ad ora, e ci ha salvato molte volte con i suoi interventi, ma nelle ultime due gare in casa, sono onesto, ha sbagliato. Sia chiaro, nessun processo a Vannucchi e non è certo un tentativo di buttare la croce addosso a lui, perché in questi momenti la croce possiamo anche buttarcela addosso tutti. E, ripeto, mi spiace, perché fino ad ora è stato un grande protagonista”. La sensazione che il pallone, colpito da Tomi, abbia preso una strana traiettoria. “Però resta il fatto, a mio giudizio, che non era un tiro da tentare di parare con i pugni. La palla l’aveva vista, avrebbe potuto gestirla: da 35/40 metri va controllata così, anche se, ripeto, sarebbe riduttivo fermarsi solo a questo errore”. Resta, però, anche la troppa fatica nella ripresa, dopo il rigore trasformato dal Prato. “Due cambi sono stati obbligati – insiste Braglia – perché comunque Sestu non può avere i 90 minuti dopo due mesi di assenza e Nava si è infortunato. Avrei inserito un terzo centrocampista, per provare a tenere palla di più e arrivare in fondo a questa partita. Non ci siamo riusciti. Però – insiste l’allenatore – mollare ora sarebbe da stupidi: non si può, solo per alcuni errori, buttare via un anno così. Andiamocela a prendere questa serie B: proviamoci con tutti noi stessi, lo ribadisco. Facciamolo per per noi, per la società, per la gente che ci segue ovunque. E che lo vuole, come noi”