Braglia: “Vogliamo mettere al sicuro la promozione, ma per il troppo desiderio si rischia”
Per il tecnico dei Grigi troppa fatica nel primo tempo. "Punti fondamentali, fino alla fine"
Per il tecnico dei Grigi troppa fatica nel primo tempo. "Punti fondamentali, fino alla fine"
La voglia c’è, e anche tanta. “Noi vogliamo salire. A volta, però, gli atteggiamenti che abbiamo rischiano di farci del male, e non il bene che vorremmo”. Pensa, soprattutto, al primo tempo, Piero Braglia. “Non abbiamo fatto un grande primo tempo. Avremmo dovuto avere più pazienza e rischiare molto meno, ma provate voi a dire a questo gruppo, ai miei giocatori, di avere pazienza. Tendono sempre ad andare in avanti, per segnare, per portare il risultato e i punti dalla nostra parte, per mettere al sicuro il traguardo in anticipo. E, così facendo, si possono creare spazi che gli avversari occupano per le loro finalità: qualcosa va cambiato, migliorato, per evitare i rischi di oggi. Va fatto, però, con la massima tranquillità E, invece, lo ripeto, a forza di voler fare bene, anzi benissimo, si rischia, invece di farsi del male, come stava succedendo oggi contro l’Olbia”. Non è preoccupato, il tecnico dei Grigi, dell’astinenza da goll dei due attaccanti: Bocalon con la palla del pareggio, e segna anche, ma c’è Marras in sospetto fuorigioco, ma è spesso in ritardo o in anticipo per segnare qualche volta sbalia anche. E c’è Gonzalez, che anche nel ’13’ (vittorie casalinghe in 14 incontri) Grigi c’è la sua pinta, ideatore e motore del contropiede del 2-1. “Boca e Gonzalez sono, comunque, autori di 16 reti ciascuno. Ci sta anche un momento di fatioca: chi deve dare i voti vorrebbe altre risposte, ma io che li conosco so che sono otto mesi che corrono e un attimo di fatica ci può stare. Senza contare – aggiunge il tecnico dell’Alessandria – che tutti e due si sacrificano molto per la squadra. Adesso, a 9 gare dalla fine, tutti pesa stramaledettamente”. Il concetto, però, attorno a cui ruota tutta l’analisi del tecnico è sempre lo stesso. “Noi vogliamo salire, a volte anche gli atteggiamenti che abbiamo, con il rischio di crearci problemi e farci male, sono solo perché vogliano chiudere la ‘pratica promozione’ quanto prima”. Neppure il fatto che, per la seconda volta in questo campionato, l’Alessandria ha giocato un tempo con un uomo in più, senza sfruttare questo vantaggio, non allarma l’allenatore. “Quel che conta, soprattutto quando giochiamo uno in più, è sfruttare le occasioni che la squadra crea, che non sono poche e, invece, se fallite o non finalizzate a dovere, possono complicarci la vita. éerché poi, nell’economia di una gara, basta anche un rimpallo per rimettere in gioco tutto”. Dunque, lavorare molto per aggiungere alle qualità della capolista la capacità di gestione dei risultati. “E, invece, è una dote che non ci appartiene, quella di gestire il risultato, e invece siamo capaci di gestire niente, perché tutti molto arrembanti. Imparare a sfruttare tutte le opportunità, come non ci è riuscito di fare come avremmo voluto anche in questa gara contro un’avversaria viva” Non ha rischiato quasi nulla, l’Alessandria, ma comunque qualcosa di troppo, specie nel primo tempo. Come nell’azione del vantaggio, nata da rimessa laterale:, uno ha cercato di provocare il fuorigioco e il compagno, invece, per pochi centimetri era fuori dalla linea. Uno si è fermato, ma cosa gli devo fare, secondo voi? Lo dovrei picchiare – insiste Braglia – ma non ha senso: succede, a volte qualcuno pesna di aver dietro un compagno. E’ un probema, questo, che abbiamo sempre avuto, quello che ho visto dai miei contro l’Olbia è nullo di inedita per noi. Cercheremo di cambiare, questo sì, per evitare di farci del male da soli, ma certe caratteristiche, di ognuno di noi, restano”. Fra i protagonisti c’è anche Gianluca Nicco, che avrebbe anche potuto giopare titolare. “Ero in dubbio se partire con lui, poi ho preferito Mezavilla, però Nicco è un ragazzo che si fa trovare sempre pronto, sta bene, fa mai una polemica, ed è giusto, qualche volta premiarlo, per sottolineare che vale come gli altri”. Una richiesta ai suoi uomini? “In mezzo, parlarsi di più ed evitare di essere troppo lunghi: noi il gol prima o poi lo facciamo, però ad allungarsi si fa fatica e si rtischia”