Immagini e parole per ricordare l’ebraismo alessandrino
La Giornata della Memoria diventa l’occasione anche per riflettere sulla storia locale, riscoprendo il ruolo avuto dalla cultura ebraica in Alessandria e nel Piemonte. Merito del Museo ‘C’era una volta’ di piazza Gambarina e dell’Archivio di Stato che organizzano per domenica alle 17 la manifestazione ‘Passato: se mi scordi, ritorno. Testimonianze, racconti e poesie’. L’appuntamento è nella sede del Museo, dove si preannuncia una giornata ricca di proposte, con una mostra, un video, letture, musica e altro.
La mostra è di carattere documentario, curata dall’Archivio di Stato e dal suo direttore Panizza, e propone carte attraverso le quali rivivono le vicende della comunità israelita di Alessandria. Nella nostra città gli ebrei hanno avuto un ruolo significativo a partire dal Quattrocento e questa parte del nostro passato sarà ricordata anche attraverso la lettura di pagine del libro ‘Gli Ebrei in Alessandria: una storia di 500 anni’ (Le Mani – Isral) di Aldo Perosino. Questo incontro di culture rievocato nella giornata riguardò anche il linguaggio, come si potrà constatare con le poesie in dialetto ebraico – piemontese proposte da Rossella Mainetto e Piero Teseo Sassi e tratte da ‘Ròbe dl’ Autr’ Olami’ di Francesco Testore. Renzo Penna ricorderà la figura di Silvio Norzi, che, scomparso recentemente, è stato l’ultimo presidente della Comunità ebraica alessandrina. Sarà anche proposto il video cartoline ‘Paolino e il segreto della cassetta’. La manifestazione si concluderà con un esempio di musica ebraica.
La presenza di una comunità ebraica ad Alessandria risale al Quattrocento e ha svolto un ruolo significativo nella storia della città. Soprattutto con il periodo risorgimentale, gli israeliti alessandrini hanno potuto partecipare pienamente alla vita pubblica, integrandosi nella classe dirigente locale. Tante le figure che possono essere ricordate, dal sindaco socialista Ernesto Torre ai fratelli Finzi, promotori della costruzione di un prestigioso teatro. Uno scenario sconvolto dalle leggi razziali volute dal fascismo, a cui seguirono, dopo l’8 settembre 1943, le persecuzioni naziste.
La documentazione esposta nel ‘Museo C’era una volta’ consente di rivivere nella sua quotidianità la presenza che questa comunità ebbe nella città.