Canestrello di Pasqua: un’usanza ovadese
Già da diversi giorni ha fatto capolino sulle tavole, e in panetteria, il dolce classico di questi giorni. C'è quello della trazione ma non mancano le rivisitazioni moderne con creme e uvetta
Già da diversi giorni ha fatto capolino sulle tavole, e in panetteria, il dolce classico di questi giorni. C'è quello della trazione ma non mancano le rivisitazioni moderne con creme e uvetta
Un po’ asciutto, affermano alcuni, ma ecco che i pasticceri e i fornai di Ovada e dei paesi limitrofi si sono attrezzati: ad oggi si trovano in commercio ciambelle ripieni di uvetta, marmellate e creme oppure ricoperte di frutta fresca insieme agli immancabili zuccherini. Curiosando un po’ su web scopriamo tuttavia che si tratta di un dolce amato e conosciuto in tutta Italia: a Parma, ad esempio, un’ usanza del dopoguerra voleva che il padrino regalasse al proprio figlioccio una ciambellina rotonda da mettersi al collo dopo la messa delle undici (il dono non durava a lungo e per l’ora di pranzo non rimaneva che un nastrino sguarnito e svolazzante).
In alcune zone del centro Italia e del meridione i bambini formano ancora oggi un colorato corteo portando ramoscelli di ulivo decorati con nastri variopinti e le tipiche ciambelle ricoperte di confetti di zucchero. Alcuni ovadesi hanno ripreso in parte questa usanza, portando con sé il proprio canestrello, come facevano i più anziani, alla benedizione dell’ ulivo, insieme alla palma, in segno di buon augurio.