Incidente di Vignole, fatalità o sconsiderata scommessa?
Dolore e rabbia in paese per la morte di Gerardo Nicastro, investito e ucciso lungo la provinciale 140. "Quando ho fatto installare i dissuasori di velocità mi sono messo tutti contro, minoranza consiliare e associazione dei ristoratori", dice il sindaco. E avverte: "Ho sentito parlare di scommesse su quella strada".
Dolore e rabbia in paese per la morte di Gerardo Nicastro, investito e ucciso lungo la provinciale 140. "Quando ho fatto installare i dissuasori di velocità mi sono messo tutti contro, minoranza consiliare e associazione dei ristoratori", dice il sindaco. E avverte: "Ho sentito parlare di scommesse su quella strada".
Il sindaco Giuseppe Teti è addolorato ma anche furioso per l’incidente in cui ha perso la vita Nicastro. «È stato investito proprio vicino a uno dei quattro dissuasori di velocità che ho fatto piazzare sulla provinciale. Quando ho lanciato l’allarme sulle auto che sfrecciavano su quella strada mi hanno attaccato tutti: l’opposizione ovviamente, ma anche l’associazione degli albergatori e ristoratori della val Borbera».
A febbraio di quest’anno, infatti, la giunta comunale di Vignole ha deciso di piazzare lungo trafficata strada provinciale quattro “prevelox”. Si tratta di armadi blindati in acciaio zincato arancione, certificati per contenere al loro interno un autovelox. Secondo le intenzioni, avrebbero dovuto indurre gli automobilisti a sollevare il piede dall’acceleratore, perché in uno qualunque di quegli armadi poteva celarsi la temuta macchinetta che fotografa e multa i guidatori che superano i limiti di velocità. La decisione era stata presa dopo che oltre 200 vignolesi avevano presentato una petizione per chiedere più sicurezza sulla strada.
«Questi dissuasori hanno funzionato bene per un po’ – afferma ancora il sindaco Teti – poi in paese si è sparsa la voce che “tanto l’autovelox dentro gli armadi non c’è mai”. Addirittura, ho sentito parlare di persone che avrebbero superato appositamente i limiti di velocità, sfidando gli amici, per dimostrare loro che non sarebbe arrivata nessuna multa. Spero che nulla di tutto questo sia davvero avvenuto, e spero che si sia trattato solo di un “normale”, per quanto tragico, incidente stradale. Altrimenti l’investitore dovrà fare i conti con la propria coscienza per tutta la vita, oltre che con la giustizia».
Poche settimane dopo l’installazione, l’associazione Albergatori e Ristoratori delle Valli Borbera e Spinti aveva scritto una lettera al Comune e alla Provincia. Secondo il sodalizio presieduto da Massimo Martina, i prevelox installati lungo la strada provinciale 140 avrebbero «danneggiato il turismo». «Un numero così ingente di macchinette diaboliche in un tratto di strada così breve costringono gli automobilisti a transitare a 50 chilometri orari per quattro chilometri, fuori dal centro abitato. Una trappola per i turisti che convincerà quei pochi che ancora frequentano la valle a non tornare mai più», avevano scritto gli esercenti.
Le indagini sull’incidente sono ora in mano ai militari della stazione carabinieri di Serravalle Scrivia, al comando del maresciallo Michele Lai. Ieri pomeriggio l’investitore è stato ascoltato per lungo tempo in caserma: con la morte dell’anziano, avvenuta circa due ore dopo il sinistro, la sua posizione si è ovviamente aggravata, e potrebbe essere chiamato a rispondere di omicidio colposo.