Centro diurno per anziani, una struttura dimenticata?
Una realtà poco conosciuta, quella del ritrovo che ha sede in via Oneto. Nello stabile, inaugurato nel 2006, ci sono venti posti disponibili, eppure solo sei o sette sono ad oggi ospitati. Il neo direttore, il dottor Maurizio Mondavio, ha intrapreso una sfida: rilanciare il centro
Una realtà poco conosciuta, quella del ritrovo che ha sede in via Oneto. Nello stabile, inaugurato nel 2006, ci sono venti posti disponibili, eppure solo sei o sette sono ad oggi ospitati. Il neo direttore, il dottor Maurizio Mondavio, ha intrapreso una sfida: rilanciare il centro
Una struttura nuovissima (è stata inaugurata nel 2006), che però sembra essere stata dimenticata. “Una decina di giorni fa abbiamo organizzato una serata per incontrare gli amministratori locali – afferma Mondavio – Da Novi non è venuto nessuno”. E dire che, con una popolazione che diventa sempre più vecchia, il centro diurno potrebbe diventare un punto di riferimento importante. “Offriamo assistenza agli anziani per cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì, dalle 8 di mattina alle 5 del pomeriggio – spiega Mondavio – Durante la loro permanenza, garantiamo assistenza infermieristica, un servizio di animazione, la lettura collettiva del giornale, la mensa e il necessario riposo”. In passato, quando gli ospiti erano in numero maggiore, c’era pure un servizio di trasporto a domicilio.
Insomma, non è un luogo dove il “nonno” viene parcheggiato davanti alla tv in attesa che si rimbambisca del tutto, ma una struttura dove si cerca di favorire un invecchiamento “sano”. Per ogni ospite, viene definito un Pai (Piano di assistenza individuale). Il costo è di circa 30 euro al giorno, ma se ne ricorrono i presupposti una parte della quota viene coperta dall’Asl. L’edificio di via Oneto è di proprietà dell’Asl ed è gestito dalla Kcs Caregiver di Bergamo. Qui in zona, lavora anche alla Raf di Gavi (residenza assistenziale flessibile) e alla Rsa di Serravalle (residenza sanitaria assistita), oltre che alla Rsa di Novi, che ha sede insieme al centro diurno.
Anche la Rsa di Novi, cioè la struttura che accoglie gli anziani non autosufficienti, non se la passa troppo bene. “Complice la crisi, sono diminuiti i pazienti che vengono lì ricoverati dall’Asl, diventata più “severa” nel vagliare le richieste di convenzione da parte delle famiglie”, conclude Maurizio Mondavio.