Sindacati in piazza: “Alessandria come Torino, Napoli e Palermo”
Cgil, Cisl e Uil annunciano per il 10 giugno alle 10 "un'assemblea pubblica della città" in Piazzetta della Lega. Chiesto un incontro con i capigruppo in Consiglio comunale: "ciascuno si assuma le sue responsabilità". E a Roma ribadiscono: "senza soldi, tempi e norme differenti il secondo dissesto sarà inevitabile"
Cgil, Cisl e Uil annunciano per il 10 giugno alle 10 "un'assemblea pubblica della città" in Piazzetta della Lega. Chiesto un incontro con i capigruppo in Consiglio comunale: "ciascuno si assuma le sue responsabilità". E a Roma ribadiscono: "senza soldi, tempi e norme differenti il secondo dissesto sarà inevitabile"
Spiega Alessio Ferraris, segretario provinciale Cisl: “le buone notizie sono che pare Alessandria possa rientrare nel decreto “Paga debiti” che prevede fondi per le pubbliche amministrazioni indebitate. Il provvedimento è già stato approvato alla Camera e presto approderà in Senato. Se tutto va bene il Comune riceverà in totale 7 milioni, 4,2 subito e i rimanenti a settembre, con la speranza che possano essere girati alle aziende partecipate per pagare parte dei debiti che Palazzo Rosso ha con loro. In più, abbiamo notizia che la prossima settimana verrà finalmente aperto il tavolo interministeriale, con la presenza anche della Regione. Il nostro timore è che non sia però quello di cui c’è bisogno, cioè un percorso che inizi a Roma per poi proseguire ad Alessandria, capace di analizzare la situazione delle diverse partecipate punto per punto e di trovare soluzioni concrete, coinvolgendo direttamente anche i sindacati. Temiamo che resti invece una sorta di breve finestra d’ascolto”. Il pressing di Cgil, Cisl e Uil si farà ancora più forte in questi giorni, “sia per coinvolgere i parlamentari eletti sul territorio, dal momento che finora hanno risposto solo quelli di centro sinistra, sia per organizzare iniziative anche con le nostre segreterie nazionali“.
Ma le note positive individuate dai sindacati finiscono qui. Diverse, invece, le situazioni problematiche. “Il nostro impegno è ancora rivolto all’unità” – sottolinea Aldo Gregori, segretario provinciale Uil – saremo in piazza il 10 giugno alle 10 per tornare a ripetere che Alessandria non deve morire e che l’unica via di salvezza è quella di non mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Saranno in assemblea i dipendenti pubblici e quelli delle partecipate, ma chiederemo il sostegno e la partecipazione anche dei negozianti e dei cittadini. Chiudere il negozio un giorno è meglio che essere costretti magari dopo poco a chiuderlo per sempre”. Fra gli appelli lanciati dai sindacati, anche quello sull’importanza che Roma non faccia differenze fra cittadini: “non è accettabile che per Napoli, Torino e Palermo si trovino soluzioni e per Alessandria no”.
“Tempo, soldi e interventi normativi” chiedono anche Silvana Tiberti e Gianluca Di Blasi, della segreteria provinciale Cgil: “nessuno deve essere lasciato indietro, questo è sempre il punto fermo della nostra battaglia. Siamo consapevoli che allo stato attuale degli aiuti economici diretti, pur indispensabili se consideriamo che a giugno la liquidità del Comune sarà esaurita – non sono comunque sufficienti senza una riorganizzazione profonda delle partecipate che andrà fatta. Siamo pronti a dare il nostro contributo, ma non si può chiedere alla città di colmare 27 milioni di disavanzo su 93 milioni totali di entrate in un solo anno di bilancio. Così si uccide la città. Abbiamo ascoltato dal governo rassicurazioni sul fatto che il lavoro sarebbe stato al primo posto negli interventi del Governo. Ora sentiamo che le priorità sono invece l’economia e la riforma elettorale. Forse non ci si rende conto che perfino il miliardo di euro per la cassa integrazione in deroga, che pure al momento è solo promesso ma non ancora confermato, basterebbe sul piano nazionale a coprire solamente le domande già presentate fino ad agosto”.
Sul piano normativo gli interventi richiesti si snonado su più direttrici. Prosegue Di Blasi: “ben venga la possibilità di ragionare su scivoli di 5 anni per chi vuole andare in pensione prima fra i dipendenti di partecipate e comune, ma ciò che serve sono interventi che tengano conto della gravità della situazione. I Comuni che possono sono già indirizzati a chiedere procedure di pre-dissesto, così da accedere a prestiti straordinari da restituire in 10 anni. Alessandria ora non ha questa soluzione a disposizione, ma è impossibile possa farcela da sola. Stiamo valutando anche la possibilità di organizzare un presidio permanente di fronte alla Prefettura: lo Stato non può lasciarci soli”.
L’ultima stoccata è però riservata indirettamente “a chi fra le istituzioni (il riferimento è al prefetto Romilda Tafuri ndr), dove aver preso impegni precisi pare ora tirarsi indietro”. Fra le partite più delicate in corso c’è infatti quella relativa ai 192 lavoratori di Amiu. “E’ stata individuata una soluzione possibile, seppur complicata sul piano normativo, – spiegano i sindacati – perché i lavoratori di Amiu vengano assorbiti dall’azienda Aral, senza interruzioni di servizi e garantendo gli attuali livelli occupazionali. Ci giunge ora voce che questa via, prima considerata possibile, troverebbe improvvisamente delle preclusioni. Ci auguriamo davvero che ci sia da parte di tutti la lungimiranza e la sensibilità di capire la difficoltà del momento e contribuire concretamente a superare tutti gli ostacoli aggirabili per salvare la città”.