Ovadese: “Ripartiremo da dove siamo stati fermati”
Con i campionati conclusi per il vice presidente Andrea Repetto è tempo di un bilancio delle poche partite e di uno sguardo al futuro
OVADA – Ripartiremo dalle stesse basi e con gli stessi presupposti con i quali stavamo andando avanti quando i campionati sono stati fermati». Andrea Repetto, vice presidente dell’Ovadese esterna le sue riflessioni non solo sulle poche giornate di campionato nel campionato di Promozione oramai cancellato. Gli spunti sono tanti ma in prima linea c’è l’ambizione della società di essere finalmente protagonista piena della categoria in cui è inserita.
Una seconda occasione
«Abbiamo cercato di non commettere gli stessi errori dell’anno precedente». La squadra era stata fermata a marzo 2020 in una posizione di classifica più che a rischio. Il ritorno in Prima Categoria sarebbe stato un vero fallimento. L’inizio del campionato era stato particolarmente faticoso con un paio di sconfitte inattese. Sensazioni sinistramente simili a quelle dell’anno precedente. E invece la vittoria in trasferta sul campo della Luese nell’ultima giornata regolarmente disputata era il segnale di progressi evidenti. «Non fare gli stessi errori – prosegue Repetto – significa non fare scelte in base ai nomi ma alla sostanza. Amalgamare un gruppo di giovani con alcuni giocatori anziani non solo per l’anagrafe ma per l’esperienza e la personalità che possono mettere sul campo. A penalizzarci è stato il fatto di presentarci con un organico profondamente rinnovato, con tre soli giocatori già presenti nella stagione precedente».
L’impronta del mister
Tra i cambiamenti apportati durante l’estate la scelta del nuovo allenatore, Stefano Raimondi, con un curriculum importante. «Ha portato una metodologia diversa e più solida, un gioco non fatto solamente di grinta e dinamismo ma anche di meccanismi. Per questo motivo all’inizio siamo andati un po’ in difficoltà. Alcuni giocatori hanno avuto bisogno di più tempo per capire». La squadra si trovò anche nelle condizioni di cercare un “piano B” dopo l’infortunio subito da Dell’Aira, centravanti arrivato per dare consistenza all’attacco e di fatto mai a disposizione dell’allenatore.
Lo stop definitivo
«Abbiamo iniziato la stagione con grande entusiasmo e siamo andati avanti fino a che è stato possibile. Ho sperato, al momento della sospensione che ci fosse la possibilità di ricominciare. In realtà però dietro a tutto questo c’era la speranza che andasse a posto la situazione che stiamo ancora vivendo. Il calcio dilettantistico è sicuramente importante ma rimane un ambito ad altri ambiti più seri. Mi spiace solo che non possano giocare i ragazzi, già impossibilitati ad andare a scuola e privati anche di un passatempo naturale».
Sport e organizzazione
La stagione appena conclusa è stata anche la prima per la nuova società dopo la scissione dell’estate precedente tra la componente ovadese e quella silvanese. Un cambiamento importante per una dirigenza che ha sempre cercato di crescere. «Oltre al campo c’è l’organizzazione. E da questo punto di vista ci siamo impegnati per accompagnare anche la crescita sul campo. Abbiamo potuto contare su un gruppo finalmente sulla stessa lunghezza d’onda. E le cose le abbiamo fatto con una visione più simile a quella di una società professionista: gli allenamenti, il giorno della partita, i pasti per la squadra e le trasferte con gli orari giusti».
Chi va e chi viene
La prima conseguenza della ripresa del campionato d’Eccellenza è nelle decisioni di Silvestri e Spriano. Il primo ha deciso di accasarsi ad Asti, il secondo vestirà la maglia del Castellazzo. «Ci aspettiamo sia un arrivederci – conclude Repetto – In particolare Silvestri è stato un puntello importante per il modo in cui è entrato nel gruppo ed è stato capace occuparsi dei più giovani». Riparte dall’Eccellenza anche William Rosset, a sua volta accordatosi con Castellazzo. Una storia, quella con l’Ovadese, iniziata con un infortunio nella prima partita, e finita peggio per ciò che il giocatore avrebbe dovuto rappresentare per tutta la società. Acqua oramai passata sotto i ponti. Per ora si aspetta solo di ripartire. «Ma non dipende da noi».