Ciao 2020: i dodici mesi più duri per tutto l’Ovadese
Il territorio travolto dall?emergenza sanitaria ha pagato un prezzo alto in termini di vite. Un periodo che rimarrà nella memoria collettiva
OVADA – Che anno è stato quello che ci sta lasciando? Ci siamo fatti questa domanda sull’ultimo numero di dicembre da quando il nostro settimanale è nato nel 1998. Mai come nel 2020, la risposta è stata scontata. Se, come dice qualcuno, i settimanali locali forniscono a posteriori ottime informazioni per ricostruire il contesto storico, economico e sociale dell’ambito territoriale di cui si occupano, anche “l’ovadese” negli ultimi dodici mesi ha fatto i conti con pandemia e emergenza sanitaria: un evento senza precedenti nella storia recente del nostro Paese.
Momento spartiacque
«Un caso positivo a Silvano. L’emergenza investe la provincia». Abbiamo titolato il 5 marzo scorso. Idealmente l’ingresso nella fase più cupa, alla vigilia delle limitazioni alla mobilità personale, provvedimenti mai varati prima. Anche gli ovadesi in quei giorni hanno fatto la conoscenza con le strade completamente vuote, le serrande dei negozi abbassate, il sottofondo frequente delle sirene delle ambulanze della Croce Verde impegnate in un intervento su casi potenzialmente sospetti. Una realtà che abbiamo raccontato il 2 aprile: lo sforzo intenso e senza precedenti di un gruppo di volontari della Pubblica Assistenza impegnati ad assicurare copertura a tutto il territorio.
Una Pasqua “blindata”
Aprile è il mese più carico dal punto di vista emotivo. La salita progressiva dei contagi, nonostante il ritardo nell’effettuazione dei tamponi, l’emergenza all’interno della casa di riposo di Lercaro, il pesante bilancio in termini di vite umane. Una fotografia incompleta ma significativa quella che abbiamo provato a fare: storie di uomini e donne, genitori e nonni con passioni e affetti che ci hanno lasciato. Tra queste ne ricordiamo una: Andrea Gastaldo, 50 anni, vice comandante della Polizia Municipale, scomparso a Tortona, la città più sconvolta nella nostra provincia.
Ultimi mesi
La “calma relativa” del periodo estivo, contraddistinta da speranze e interrogativi, ha presto lasciato spazio alla seconda fase: le scuole in gran parte chiuse, la sospensione di attività sociali, ludiche e sportive in ragione di una rinnovata necessità di distanziamento sociale. A metà ottobre la nuova risalita dei casi, il monito lanciato su queste pagine dalla pneumologa Emanuela Barisione sui rischi connessi al virus, gli appelli dei sindaci dei paesi più colpiti. Ed una convinzione che ci accompagnerà anche nel 2021: per uscirne serve l’impegno di tutti.